Enrique Peña Nieto nega di essere stato corrotto dai venditori della Pegasus

CITTÀ DEL MESSICO (apro) .- In risposta alle accuse secondo cui Enrique Peña Nieto avrebbe ricevuto 25 milioni di dollari da imprenditori israeliani per ottenere appalti governativi durante il suo mandato, l'ex presidente ha smentito le dichiarazioni rivelate dal quotidiano israeliano "The Marker" e riprodotte dai media messicani,

Sul suo account X, Peña Nieto ha accusato i media di mancare del “minimo rigore giornalistico” nelle informazioni diffuse, “ingannevolmente”, sollevando dubbi su chi potesse essere interessato a pubblicarle.

"Mi dispiace di essermi imbattuto in articoli che, privi del minimo rigore giornalistico, avanzano affermazioni avventate e malevole", ha scritto l'ex presidente.

Ha definito le rivelazioni sui "presunti contributi" come "completamente false" e ha ritenuto che la loro diffusione costituisse "un'insinuazione priva di qualsiasi fondamento".

Peña Nieto ha concluso il suo messaggio avvertendo che "resta il dubbio su chi abbia interesse a fare una simile pubblicazione".

Mi dispiace imbattermi in articoli che, privi del minimo rigore giornalistico, avanzano affermazioni avventate e maligne. L'articolo sui presunti contributi è completamente falso. È un'insinuazione priva di fondamento.

Resta da capire nell'interesse di chi ciò viene fatto...

— Enrique Peña Nieto (@EPN) 6 luglio 2025

Il giorno prima, i media israeliani avevano riferito che gli imprenditori Avishai Neriah e Uri Ansbacher avevano pagato a Peña Nieto 25 milioni di dollari per l'acquisto di contratti come il software Pegasus durante il suo mandato di sei anni, tra il 2012 e il 2018.

Secondo i media israeliani, questa informazione sarebbe stata diffusa dopo una lite tra gli imprenditori, che avrebbe messo in luce i rapporti con Peña Nieto.