Il Presidente della Spagna non si dimette, ma chiede scusa al popolo spagnolo.

Il presidente spagnolo è accusato di corruzione all'interno del Partito Socialista. È stato costretto a comparire davanti ai media giovedì.
Il primo ministro e segretario generale del PSOE, Pedro Sánchez , ha dichiarato che "lo scopo di questo incontro è fornire spiegazioni dopo aver appreso del rapporto della Guardia Civil sul caos che circonda Ábalos e Koldo García".
"Lo faccio per scusarmi. Ero convinto dell'integrità di Santos Cerdán . Circolavano voci su presunte indagini, ma la verità è che non c'erano prove del coinvolgimento di Santos Cerdán nel caso Koldo", ha spiegato.
"Questa mattina abbiamo appreso del rapporto e sono emersi indizi molto gravi , ed è per questo che ho chiesto a Santos Cerdán di dimettersi questo pomeriggio", ha affermato.
"Non avremmo dovuto fidarci di lui", ha detto il Primo Ministro riferendosi a Santos Cerdán , che fino ad ora era il suo segretario organizzativo nel PSOE.
Inoltre, Sánchez ha annunciato nella sua udienza che verrà effettuata una revisione contabile esterna dei conti del partito e che lui stesso promuoverà una ristrutturazione della commissione.
Sánchez si è scusato nuovamente pubblicamente. "Sono sempre stato impegnato nella lotta alla corruzione, sia attraverso il mio governo che il mio partito. E questo mi causa enorme indignazione e tristezza".
Tutto questo avviene dopo che il giudice della Camera penale della Corte Suprema, Leopoldo Puente, ha accettato giovedì di revocare il segreto su un caso separato, aperto dopo aver ricevuto un rapporto dall'UCO, datato 5 giugno, riguardante il deputato Santos Cerdán.
Nel rapporto, la Guardia Civil descrive l'esistenza di una presunta organizzazione criminale all'interno della dirigenza del PSOE, affermando che "Santos Cerdán era la persona incaricata di gestire i presunti pagamenti", transazioni per un totale di oltre 620.000 euro.
Il documento dell'UCO descrive in dettaglio i ruoli presumibilmente svolti dai tre membri principali di questa presunta rete: Ábalos, Koldo e lo stesso Santos Cerdán.
Dopo aver appreso questi dettagli, Pedro Sánchez, che è anche il leader del Partito Socialista, ha chiesto a Santos Cerdán di dimettersi da segretario organizzativo e da vice. "Mi ha dato le sue spiegazioni e io le ho ascoltate", ha dichiarato, aggiungendo: "Sta a me prendere le decisioni".
Il Primo Ministro spagnolo ha escluso la possibilità di indire elezioni anticipate e ha affermato che non ci saranno elezioni prima del 2027. Ha inoltre negato qualsiasi intenzione di dimettersi, affermando che la sua amministrazione trascende la sua immagine personale perché rappresenta "un modello per il Paese". In questo contesto, ha insistito sul fatto che non si tratta di una crisi di governo, ma piuttosto di un problema interno al partito, aggiungendo che si ricandiderà se il suo partito lo riterrà opportuno.
Vale la pena ricordare che Santos Cerdán faceva parte della cerchia ristretta del Primo Ministro e ha guidato i negoziati per la formazione dell'esecutivo con i partiti nazionalisti e il leader indipendentista latitante Carles Puigdemont. In altre parole, lo scandalo di corruzione sta colpendo anche la Moncloa, avendo già portato all'uscita dell'ex Ministro dei Lavori Pubblici dalla sua squadra.
Cosa ha scatenato questa crisi di corruzione?- Cosa è successo e chi è coinvolto? Una registrazione trapelata e ottenuta dall'UCO (l'unità anticorruzione della Guardia Civil) rivela conversazioni tra Santos Cerdán (segretario organizzativo del PSOE), l'ex ministro José Luis Ábalos e il suo ex consigliere Koldo García. Queste conversazioni vertono su pagamenti superiori a 400.000-620.000 euro, presumibilmente da parte di aziende vincitrici di appalti pubblici. Questo pone Cerdán come la mente dietro queste "tangenti" in quello che oggi è noto come il "complotto Koldo" o il "caso Ábalos".
- Conseguenze politiche: Oggi (12 giugno 2025), Santos Cerdán si è dimesso da Segretario dell'Organizzazione del PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo) e ha rinunciato al suo seggio al Congresso, dopo un'udienza in cui aveva annunciato che avrebbe testimoniato volontariamente davanti alla Corte Suprema il 25 giugno. La crisi ha generato un'intensa pressione politica: l'opposizione esige risposte chiare e alcuni partner del governo esigono trasparenza. Leader come Ione Belarra e membri dei partiti ERC, Podemos e Sumar ritengono che il caso vada oltre le dimissioni: ora è "il caso PSOE".
- Le scuse di Sánchez e il futuro del PSOE: Pedro Sánchez è apparso oggi per scusarsi pubblicamente per essersi fidato di Cerdán e ha annunciato misure: una revisione contabile esterna dei conti del partito e una ristrutturazione del Comitato Esecutivo del PSOE, ammettendo che non c'era "corruzione zero", ma piuttosto "tolleranza zero" all'interno del suo partito. Pur negando implicazioni personali, ha riconosciuto di non aver riposto fiducia in Cerdán e ha ribadito il suo impegno per la trasparenza. Il caso sta scuotendo il PSOE, mettendo a repentaglio la stabilità del governo e ha riacceso i dibattiti su possibili cambiamenti al Comitato Esecutivo o elezioni anticipate.
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