Crescita mezza piena (o mezza vuota)

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Editoriali

L’Istat stima +0,6 per cento di pil come il Mef. Ma è inferiore alla media Ue

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Nelle sue “prospettive per l’economia italiana” l’Istat prevede che il pil aumenterà dello 0,6 per cento quest’anno e dello 0,8 per cento l’anno prossimo, più o meno in linea con lo 0,7 per cento del biennio precedente. La crescita economica dovrebbe essere sostenuta interamente dalla domanda interna (rispettivamente +0,8 e +0,9 punti), mentre la domanda estera contribuirebbe con un apporto negativo (rispettivamente -0,2 e -0,1 punti). Il danno prodotto dai dazi statunitensi, sia in maniera diretta sia per l’effetto globale di restrizione del commercio internazionale, è tutto sommato contenuto anche perché si prevede un’attenuazione del clima di incertezza rispetto alla politica commerciale dell’Amministrazione Trump (una scommessa, più che una previsione). A trainare la crescita saranno quindi i consumi privati (+0,7 per cento in entrambi gli anni), favoriti dall’incremento delle retribuzioni per il rinnovo dei contratti e dall’aumento dell’occupazione, nonostante un aumento del tasso di risparmio per effetto dell’incertezza. Gli occupati continueranno a crescere più del pil (+1,1 per cento nel 2025 e +1,2 per cento nel 2026), sebbene in decelerazione rispetto agli anni passati.

Ad accelerare, invece, sono gli investimenti (+1,2 e +1,7 per cento rispetto a +0,5 per cento del 2024) per il rush finale del Pnrr. La lettura può essere duplice. Il bicchiere è mezzo pieno se si considera che le previsioni dell’Istat coincidono con quelle del governo e indicano, nonostante le enormi tensioni internazionali, una sostanziale continuità di crescita di pil e occupati. Il bicchiere è invece mezzo vuoto se si considera che l’Italia è tornata al suo standard di crescita inferiore alla media europea: secondo le previsioni della Commissione Ue, il pil dell’Eurozona crescerà dello 0,9 per cento nel 2025 e dell’1,4 per cento nel 2026. Inoltre, dello 0,6 per cento di crescita previsto per il 2025, 0,5 punti sono la crescita acquisita nel primo trimestre: vuol dire, in sostanza, che nel resto dell’anno il pil sarà piatto.

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