Dirigenti, nel terziario crescono del 5%, trainati dalle donne

I dirigenti del terziario privato crescono, trainati soprattutto dalle donne. Nel 2024, Manageritalia ha registrato un + 5%, dato risultante dalla crescita del 4% degli uomini e da una percentuale doppia (+ 9%) delle donne. Il trend di crescita si inserisce in un contesto positivo, in cui secondo gli ultimi dati Inps disponibili, rielaborati da Manageritalia e relativi al 2023, i dirigenti privati italiani sono aumentati del 2,6%, un incremento che rafforza la crescita dei quattro anni precedenti, proprio quelli delle policrisi, arrivati dopo il forte calo (-5%) che ha caratterizzato il decennio 2008 - 2018. Considerando un arco temporale più ampio e andando indietro fino al 1995, negli ultimi 30 anni le donne tra i dirigenti privati erano 12,2% nel 1995 e sono diventate il 22% nel 2024 22%. Le donne tra i dirigenti privati con contratti Manageritalia nel 1995 erano il 10% e nel 2024 sono più che raddoppiate fino a raggiungere il 24%. Sempre parlando di donne, le dirigenti private negli ultimi 30 anni sono aumentate del 150% e quelle con contratti manageritalia sono cresciute del 316%, il triplo della media che è stata del +101%.
Sono dati di cui si è discusso alla 105esima Assemblea Nazionale di Manageritalia, la Federazione nazionale dirigenti, quadri ed executive professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato che si chiude oggi a Milano. La domanda a cui il dibattito con 200 manager da tutta Italia ha provato a dare una risposta riguarda l’evoluzione del ruolo del manager in un mondo del lavoro che evolve e il futuro della managerialità del Paese e in che modo può favorire il benessere delle persone e una maggiore produttività e competitività delle aziende. Manageritalia ha da poco celebrato i suoi 80 anni ( è nata il 9 aprile 1945 a Roma) e da allora ha rappresentato gli interessi dei dirigenti del terziario privato. Il presidente Marco Ballarè ritiene che arrivati a questo punto «serve un nuovo patto sociale che riconosca il valore del merito, del lavoro responsabile, del contributo determinante dei manager alla coesione e allo sviluppo del Paese, chiediamo al Governo quindi una maggiore equità fiscale, rispetto per le pensioni e attenzione per la classe media».
Nel suo intervento Ballaré ha parlato anche alle nuove generazioni che devono essere sempre più centrali nel dibattito sindacale. Serve infatti anche che il sindacato «accompagni una nuova generazione di dirigenti. A dare strumenti, servizi, rappresentanza a quadri e alte professionalità che vogliono essere parte attiva del futuro. Rivolgendoci a tutti loro con una proposta concreta: riportando fiducia, costruendo una governance più ampia e dando un senso alla loro rappresentanza, rafforzando il ruolo del sindacato, e rilanciando il nostro ruolo istituzionale».
Nel dibattito sul nuovo lavoro Marco Bentivogli, esperto politiche di innovazione industriale e lavoro, ha spiegato che il sindacato «deve avere la capacità di cavalcare e orientare l’innovazione e ricostruire il senso di appartenenza e di comunità rinsaldando il patto intergenerazionale tra le persone che lavorano nelle stesse realtà aziendali». Chiara Bisconti, consulente aziendale ed esperta di lavoro agile, ha aggiunto che «il mondo del lavoro è cambiato in maniera copernicana grazie all’introduzione del lavoro agile e dello smartworking e vede al centro di tutto il tempo delle persone. Il sindacato, così come i manager, devono sempre più comprendere questa priorità e lavorare di conseguenza su rappresentanza e contratti di lavoro i primi e organizzazione del lavoro i secondi». In questo contesto però non si può non riconoscere che «il lavoro in Italia richiede salari e produttività più alti puntando sul rafforzamento delle PMI quale elemento essenziale del nostro sistema economico, ha rimarcato Monica Nolo, vicepresidente di Manageritalia. Simone Pizzoglio, anch’egli vicepresidente di Manageritalia, ha concluso che il sindacato dei manager «deve anche sviluppare una comunicazione capace di accompagnare il cambiamento nella cultura del lavoro e della società, supportando e facilitando in questo modo il cambiamento che i manager devono gestione all’interno delle loro aziende nell’organizzazione e nel senso del lavoro. Anche per questo abbiamo sviluppato un piano operativo che mette al centro tutti i principali fattori di cambiamento nel lavoro e nell’economia».
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