Basta intendersi sul liberalismo e si scoprirà che non è la causa di ogni male


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il colloquio
La tendenza odierna è quella di vedere nel liberalismo la causa di ogni male. "Liberalismo significa anche libertà religiosa e rispetto per la libertà di pensiero e per la libertà fondamentale". Parla il professor Daniel J. Mahoney
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In un suo lavoro su Alexis de Tocqueville, il filosofo francese Pierre Manent afferma che “per amare davvero la democrazia, bisogna amarla moderatamente”. Conclusasi la sbornia totalitaria novecentesca, però, non è venuta meno quella hybris che affligge molti intellettuali, e cioè la presunzione di potere stravolgere la realtà e rifarla da zero. La tentazione giacobina, insomma, persiste ma incanalandosi in contesti democratici. Il risultato, tuttavia, è che la democrazia diventa non un modo per regolare il conflitto e assicurare la libertà degli individui, bensì un nuovo Dio che dovrebbe raddrizzare la natura degli uomini. Ne parliamo con Daniel J. Mahoney, professore emerito di Political Science all’Assumption University, Worcester (Massachusetts), e autore di un recente volume, The Persistence of the Ideological Lie: The Totalitarian Impulse Then and Now (Encounter).
Prof. Mahoney, il suo volume intende essere una difesa di una politica, cito dal libro, “decente, moderata, non utopica e non ideologica”. Quali caratteristiche ha oggi la menzogna ideologica rispetto a quella totalitaria novecentesca? “La menzogna ideologica”, come la chiamo seguendo Solgenitsin, deve essere intesa in continuità con la mendacità totalitaria del Ventesimo secolo. Si vede all’opera lo stesso spostamento della perenne distinzione tra bene e male con la perniciosa distinzione tra ‘progresso e reazione’, lo stesso manicheismo che considera le persone colpevoli per ciò che sono e non per ciò che hanno fatto, la stessa propensione a sostituire la chiarezza linguistica con tirannici e offuscanti cliché ideologici, e lo stesso attaccamento alla modernità nelle sue forme meno sobrie e contenute (quella che il filosofo politico Eric Voegelin chiamava suggestivamente ‘modernità senza freni’ nella sua classica opera del 1951 La nuova scienza della politica). La ‘democrazia progressista’ oscura il conflitto eterno tra il bene e il male nell’animo umano e incolpa le società occidentali relativamente dignitose e libere di essere la fonte di forme di dominio e sfruttamento senza precedenti. La sua ossessione per la razza e il razzismo mina la comunità di una società libera e la sua preoccupazione per una pletora di ‘generi’ inesistenti è una forma di quella che Edmund Burke chiamava ‘follia metafisica’. Esiste una connessione diretta tra la menzogna ideologica e l’impulso totalitario, se non il totalitarismo su larga scala. Il mio libro intende fornire una difesa della ragione politica, classicamente intesa, e un appello agli autentici liberali e conservatori affinché difendano una genuina moderazione (l’opposto della menzogna ideologica) in modo ponderato e coraggioso. I finti moderati che cedono pigramente alle categorie e ai modi di pensare ideologici non sono affatto moderati”.
Orfani di Dio senza Dio, molti intellettuali ricercano nel mondo degli uomini degli assoluti, non da oggi. Uno di questi è ormai la democrazia: è il nuovo oppio degli intellettuali? “Troppi intellettuali e attivisti – dice Mahoney – oggi associano la democrazia a terapie progressiste che non hanno nulla a che vedere con l’autogoverno di un popolo libero o con il rispetto per l’eredità civile che ci è stata trasmessa dai nostri nobili, anche se imperfetti, antenati. L’indignazione moralistica, il disprezzo per se stessi e il disprezzo per la ‘vecchia religione e la vecchia nazione’, come ha detto Pierre Manent, definiscono una nuova e corrosiva religione laica ‘democratica’. Quando i partiti e i governi moderati capitolano di fronte a questi modi di pensare, i cittadini frustrati si rivolgono a gruppi politici populisti che vengono falsamente considerati ‘di estrema destra’ e ‘antidemocratici’. Troppi progressisti europei e americani sono impegnati a ‘salvare la democrazia’ soffocandola”.
Come far fronte al rinnovato virus ideologico-totalitario? Come si rivitalizza il realismo morale che l’occidente sembra aver perduto? “Come suggerisco nella conclusione del libro, quelli di noi che si impegnano per le vecchie verità e per ciò che Tocqueville ha giustamente chiamato ‘libertà sotto Dio e la legge’, devono resistere con intelligenza e forza al virus ideologico-totalitario senza emularlo. Non abbiamo bisogno di un nostro contro-manicheismo. Dobbiamo invece condurre una vita civile e lavorare per rinvigorire un’autentica educazione liberale e civica. Dobbiamo resistere, inoltre, a ogni tentativo di soffocare l’anima umana e di accontentarci dell’indifferenza morale e della compiacenza ateistica. E’ un compito arduo, certo, ma è l’unica vera strada da percorrere per gli amici della libertà e della dignità umana”.
La tendenza odierna è quella di vedere nel liberalismo la causa di ogni male. Commentando l’ultimo lavoro del conservatore “post-liberale” Patrick J. Deneen, “Regime Change, lei ha parlato di “opportunità mancata”. Perché? “Il Ventesimo secolo è stato testimone dell’ascesa di un liberalismo degenerato che non concepiva ‘nemici a sinistra’ e confondeva la libertà con l’indifferenza civica e il soggettivismo morale. Se liberalismo significa antinomismo, superficiale relativismo e ingratitudine verso l’eredità tramandataci e verso i doni offerti da Dio, allora quel liberalismo deve essere fermamente respinto. Ma se liberalismo significa costituzionalismo, rule of law, libertà religiosa e rispetto per la libertà di pensiero e per le libertà fondamentali, allora è parte di quella nostra eredità che siamo obbligati a custodire e preservare. Sono quindi un conservatore liberale, un amico di un liberalismo (rettamente inteso) che apprezza una saggezza più antica che contribuisce a elevarlo e sostenerlo. Patrick Deneen, pur con tutte le sue intuizioni, non onora a sufficienza queste distinzioni cruciali. E identifica erroneamente la fondazione americana con l’egoismo, l’individualismo atomistico e una totale negazione delle virtù e dell’anima umana”.
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