Il museo S.M.A.K celebra la reinvenzione della pittura

Negli ultimi vent’anni, la pittura ha vissuto una straordinaria rinascita su scala globale, con artisti giovani che hanno trovato nuovi modi di utilizzare il mezzo e sviluppare stili unici. La pittura è tornata ad essere protagonista non solo nelle gallerie, nelle fiere d’arte, dove resta il linguaggio prediletto del mercato, ma anche nelle istituzioni pubbliche con esposizioni che testimoniano come il dipinto continua ad essere il mezzo espressivo prediletto da svariati artisti e artiste. La sua fisicità poi si oppone con forza alla crescente astrazione del digitale offrendo una presenza concreta in una realtà sempre più virtuale. Nel 2023 alla Triennale di Milano la mostra “Pittura italiana oggi”, curata da Damiano Gullì si proponeva come una vasta ricognizione dedicata al panorama contemporaneo della pittura in Italia, con 120 artisti nati fra il 1960 e il 2000, chiamati a esporre ciascuno un’opera realizzata fra il 2020 e il 2023. Un punto di osservazione simile lo troviamo nella mostra “Painting After Painting. A contemporary survey from Belgium» a cura di Tanja Boon, Ann Hoste, Sam Steverlynck, Philippe Van Cauteren, Liesje Vandenbroeck, fino al 2 novembre al museo S.M.A.K. a Gent che sceglie, come terra di esplorazione il Belgio – un Paese con una lunga e prestigiosa tradizione pittorica, da Jan van Eyck a Michaël Borremans e Luc Tuymans – ma aprendosi al contributo di artisti provenienti da tutto il mondo: dei 74 presenti in mostra, molti non sono nati in Belgio, ma vi vivono e lavorano, una mostra che quindi celebra una creatività che ha origini in latitudini lontane, che abbraccia sensibilità ed estetiche diverse.

«Zum Teufel, Positionen!» 2012, di Kati Heck, oil on canvas, 120 x 120 cm. Tim Van Laere Collection, Antwerp.
I curatori, consapevoli del peso della storia hanno deciso di rivolgere lo sguardo alle generazioni più giovani: la maggior parte degli artisti è nata dagli anni Settanta in poi fino a quelli nati negli anni Novanta. Alcuni sono nomi già affermati, per altri si tratta della prima importante apparizione in un’istituzione. La maggior parte delle opere è, anche in questo caso, recentissima realizzata negli ultimi due anni e i dipinti sono disposti secondo nuclei tematici che spaziano dall’impatto del digitale ad una riflessione sull’identità. Alcuni artisti creano opere narrative che affrontano la loro vita quotidiana, questioni politiche e sociali, di identità, genere e rappresentazione, altri adottano un linguaggio più astratto o formalista ed esplorano il rapporto con altre forme di creazione di immagini contemporanee.
La mostra testimonia come diversi artisti per la realizzazione delle loro opere si oppongono a una rigida delimitazione della pittura sulla tela ma utilizzano diversi materiali. È una lastra di marmo che Pieter Vermeersch (in Italia lavora con P420, Bologna, le opere in marmo oscillano da 9 mila a 45 mila euro, le altre tele da 18 a 50 mila euro per quelle più complesse i prezzi fino a 100 mila euro) sceglie per dipingere, una lastra di vetro riflettente è il supporto per l’artista Carlotta Bailly-Borg, mentre vecchi volantini del supermercato sono utilizzati per i dipinti di Anne Van Boxelaere (da Fred & Ferry, Antwerp, prezzi da 2.800 a 6.000 euro circa) che osserva i sistemi sociali schizofrenici e gli sviluppi oppressivi del Belgio densamente popolato e costruito. Natasja Mabesoone gioca con la stampa, le serigrafie della serie «La Coiffure / Combing the Hair», che abbiamo visto all’ultima edizione del miart, sono in vendita da Gallery Sofie Van de Velde, Antwerp, a partire da 6.200 euro.
Nonostante la sperimentazione di mezzi e linguaggi visivi, è ancora la pittura applicata alla tela a dominare la scena e la prima sezione della mostra raccoglie opere che dialogano con le forme tradizionali della pittura, pur rinnovandole attraverso riferimenti culturali e personali. «Doll» (2024) della giovane Mae Dessauvage (classe 1994), ad esempio, presenta un personaggio simile a un anime raffigurato sui quattro lati di una cappella gotica in miniatura (da Tatjana Pieters, Gent, prezzi da 450 a 3.000 euro per le opere di piccola e media dimensione). Queste opere, ispirate tanto all’iconografia storica quanto alla propria esperienza transgender, tracciano un ponte tra la pittura medievale, l’architettura postmoderna e i fumetti contemporanei.
Luís Lázaro Matos non si lascia intimidire dal mezzo pittorico e sfrutta ogni possibile superficie per realizzare le proprie opere e al S.M.A.K. ha realizzato, site specific, «Diplomatic Immunity (The Eurorats)», 2025, un’installazione composta da cinque opere su tela, un testo dipinto sulle finestre e un vasto murale che re-immagina la bandiera dell’Unione Europea come un cerchio di spermatozoi. Con ironia e provocazione, l’artista fa riferimento alla vicenda di József Szájer, deputato del Parlamento europeo per il partito ungherese anti-LGBTQ+ Fidesz, sorpreso a fuggire da un’“orgia gay” durante la serrata da Covid. Matos lo trasforma in un uomo-ratto che attraversa un viaggio di emancipazione nel Mediterraneo (l’artista lavora con Madragoa, Lisbona, le sue opere di piccole e medie dimensioni oscillano tra 2 e 11 mila euro). Senso dell’umorismo ma anche provocazione nell’opera «Madonna del Latte» di Monika Stricker (in Italia lavora con P420, Bologna e le sue tele oscillano tra 5 e 15 mila euro) che fa parte di una serie che si sviluppa intorno alla percezione che la figura maschile, da anni decantata come rappresentativa del potere e della virilità, abbia subito un indebolimento, come se siano state messe in discussione le fondamenta del pensiero patriarcale, raffigurato per secoli anche attraverso l’arte che, se ne è fatta portavoce. Parallelamente, le nature morte e i ritratti di Felix De Clercq riprendono i temi senza tempo dell’isolamento e della solitudine. Laureatosi alla Royal Academy of Fine Arts nel 2020, l’artista belga emergente (classe 1997) rappresenta scene d’interni cupe e raccolte, abitate da figure maschili pensierose, trasmettendo un senso di distacco e introspezione (da Gallery Sofie Van de Velde i lavori su tela oscillano tra 6 e 10 mila mentre quelli su carta da 3 a 5 mila euro).
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