Corvino: «Lecce il club più in salute d’Italia. Alimentiamo il sogno»
LECCE Pochi indizi sul futuro, grande soddisfazione ed orgoglio per avere centrato lo storico risultato della terza salvezza di fila in massima serie, nel rispetto della politica societaria che prevede un bilancio sano ed un sodalizio sostenibile. È così che Pantaleo Corvino, responsabile dell’area tecnica del Lecce, fotografa la stagione 2024/2025 passata in archivio ed introduce quella nuova.
«Siamo stati indicati dal Cies come la società più in salute d’Italia ed al nono posto in Europa - sottolinea il dirigente di Vernole -. Questo fatto rende ancora più prezioso il risultato sportivo che abbiamo raggiunto, in quanto lo abbiamo ottenuto puntando con convinzione sulla patrimonializzazione. Abbiamo lavorato sulla formazione maggiore, ma anche sulla Primavera e sul settore giovanile in senso più ampio, che sta crescendo e che inizia a dare i frutti per i quali abbiamo seminato. In questo senso ringrazio i genitori dei ragazzi, che ci hanno accordato la propria fiducia».
Poi, sapendo che il tema più caldo in questa fase è quello legato alla guida tecnica, dice: «Non siamo dei robot. Sia Giampaolo che noi, ci siamo presi un po’ di tempo per focalizzare i vari aspetti da tenere presenti per una disamina serena. Entro tre o quattro giorni ci sarà l’incontro con il mister per valutare se esistono i presupposti per proseguire il cammino insieme. Siamo stati coraggiosi quando lo abbiamo scelto al momento di cambiare la guida della squadra ed a difenderlo sempre, anche dopo la sconfitta interna subita con il Como, quando tutti pensavano che sarebbe stato sollevato dall’incarico. Lui ha contribuito a centrare un grande risultato. Quando un allenatore subentra in corsa, però, da ambo le parti, manca la possibilità di approfondire i principi legati alla linea tecnico-tattica di un club, ma anche a quello che è il modo di intendere il calcio del trainer. Questo è il passaggio che occorre fare in vista della nuova annata agonistica».
Circa i principi ai quali si ispira il management del Lecce per il gioco della squadra, Corvino spiega che «deve esserci dinamicità ed intensità, il tifoso non deve annoiarsi con troppi passaggi, bisogna prediligere la manovra verticale».
Questi concetti sembrano confermare che esista una certa distanza rispetto alla filosofia espressa da Giampaolo per una fetta di torneo, stante il fatto che ha parlato spesso dell’importanza di effettuare un passaggio in più per arrivare a riempire l’area. Che le cose stiano davvero così oppure no, comunque, occorrerà attendere ancora qualche giorno per verificare se a guidare il complesso giallorosso nel 2025/2026 sarà ancora l’allenatore abruzzese e, qualora non restasse, chi prenderà il suo posto.
Come già fatto dal presidente Saverio Sticchi Damiani nei giorni scorsi, Corvino rimarca come raggiungere certi traguardi non sia affatto scontato: «Quando inizia un nuovo torneo di serie A bisogna partire dal presupposto che siamo ultimi. In quanto ogni volta, nel tentare di raggiungere i nostri obiettivi, siamo come Davide che affronta Golia perché possiamo investire risorse che non sono confrontabili con quelle a disposizione di altri. Insomma, stiamo vivendo una bellissima favola. Mai, in 117 anni di storia, il Lecce ha disputato la massima serie per quattro annate agonistiche consecutive, mentre noi lo faremo nel 2025/2026. Sia chiaro, però, che anche dinanzi a risultati positivi non smettiamo di interrogarci per cercare di capire in che modo sia possibile migliorare qualcosa, in quanto solo con questo atteggiamento si può alimentare il nostro sogno».
Poi aggiunge: «È stata una stagione durissima, nella quale siamo passati anche attraverso un lutto. La perdita di Graziano (Fiorita, ndc) è stata scioccante, traumatica per la sua famiglia, ma anche per ciascuno di noi. Ha lasciato il segno. Sul piano personale, è stato come rivivere quanto già accaduto con la perdita di Astori, pur in un altro contesto (il 4 marzo 2018, da responsabile dell’area tecnica della Fiorentina, ndc). Abbiamo avuto una squadra forte. Sotto tutti i profili. Se non fosse stato così, in relazione alla competitività del campionato, non avremmo ottenuto la permanenza. Dispiace che qualche calciatore sia stato preso di mira per piccolezze. Per dare il meglio i ragazzi hanno bisogno di essere supportati soprattutto quando le cose non girano bene».
Corvino ribadisce le difficoltà con le quali fa i conti il club salentino in massima serie: «Di solito si indicano le compagini neopromosse tra quelle a rischio di retrocessione, ma la scorsa estate le matricole sono state il Como ed il Parma, che hanno investito tantissimo, ed il Venezia che ha speso comunque poco più della metà di lariani e ducali. Questo fa capire con chi ci dobbiamo confrontare».
Il responsabile dell’area tecnica sottolinea i numeri delle cinque stagioni del Corvino-bis: «Il primo anno abbiamo perso la semifinale dei playoff di B, dopo essere stati in testa sino a pochi turni dalla conclusione della stagione regolare. Il secondo abbiamo vinto il campionato, festeggiando la promozione. Nei tre seguenti abbiamo conquistato per tre volte la salvezza in massima serie. Non si può certo dire che siano mancati i risultati».
Nel momento di massima crisi della stagione passata in archivio, al «Via del Mare» è stato esposto uno striscione con la scritta «Corvino vattene»: «Quando si hanno delle responsabilità le critiche vanno messe in preventivo. Le accetto e le considero uno stimolo a fare meglio. A proposito di striscioni, a casa ho un quadro con una gigantografia della “Nord” nella quale ne campeggia uno che recita “Corvino vinci”. Ebbene, è ciò che mi ispira quotidianamente nel momento in cui opero per il Lecce, per il territorio che amo, per la mia gente».
Sul mercato, afferma: «Siamo in salute, quindi non abbiamo la necessità di vendere. Ci sono dei giocatori che per lunga militanza o per altri motivi hanno chiesto di andare via per misurarsi con qualcosa di nuovo. Alle nostre condizioni, rispetteremo questa volontà, tenendo presente che le cessioni sono utili al bilancio e che al Lecce servono calciatori fortemente motivati alla causa».
Il direttore sportivo Stefano Trinchera chiosa: «È stata una annata molto complicata, ricca di episodi che hanno reso più difficile il nostro cammino. Ma l’abbiamo conclusa realizzando una grandissima impresa, della quale dobbiamo essere tutti molto fieri e dalla quale bisognerà ripartire con la massima compattezza in vista della nuova stagione, che si preannuncia difficilissima».
Dall’Empoli, rientrerà al Lecce per fine prestito il centrocampista Youssef Maleh. Inoltre, tornerà disponibile dopo il grave infortunio che lo ha messo out nella seconda parte del campionato il trequartista Filip Marchwinski, uno dei calciatori più attesi della passata annata, ma che è stato impiegato per pochissimi minuti. «In Toscana - sottolinea Trinchera - Maleh è stato impiegato con continuità. Faremo le nostre valutazioni circa il suo futuro, d’intesa con il mister. Per quel che riguarda Marchwinski, sta recuperando ma, sino a quando non avrà terminato il percorso, ogni discorso è da considerare prematuro. Anche per quel che riguarda il polacco, le scelte andranno fatte con l’allenatore».
La Gazzetta del Mezzogiorno