Gasano d'estate e poi vanno via dal Milan: da Dugarry a Romero, da Colombo a Okafor

Sono quelli che vivono luglio e agosto come se fosse primavera: i mesi in cui si decidono i campionati. Si mettono in mostra, segnano, provano a guadagnarsi la fiducia dell’allenatore, ma poi finiscono (quasi) sempre per fare le valigie: c’è chi parte per farsi le ossa altrove e chi viene sacrificato per esigenze di mercato, magari solo per liberare un posto in rosa. È il destino di Noah Okafor, capocannoniere dell’estate milanista con quattro gol - due dei quali al Liverpool - ma ormai vicino alla partenza, direzione Leeds. Ripercorriamo allora tutte le altre illusioni estive rossonere.
In questi casi il Milan non guarda tanto al vuoto lasciato dallo svizzero, quanto ai 21 milioni di euro che incasserà dal Leeds (nella foto qui sopra, in amichevole a inizio agosto contro la sua futura squadra): denaro che sarà reinvestito, almeno in parte, per il nuovo centravanti. Okafor lascia il Diavolo dopo due stagioni vissute sull’altalena: 54 presenze, 7 gol e 5 assist il bilancio complessivo, segnato anche dal prestito al Napoli lo scorso gennaio (un flop nonostante il titolo di campione d’Italia). Con Pioli è stato l’uomo dei finali di partita, spesso decisivo con reti allo scadere da subentrato; con Fonseca, invece, non ha mai convinto, anche a causa di qualche problema fisico. Nemmeno le ottime prestazioni nella recente tournée orientale - chiusa da capocannoniere della squadra con 4 gol - gli sono valse la conferma, nonostante il leggero infortunio di Rafa Leao contro il Bari. Per lui, ora, il futuro è in Premier League.
Luka Romero si era presentato ai milanisti in una notte americana di due anni fa, con un sinistro all’incrocio dei pali in amichevole contro il Real Madrid (persa 2-3). Una magia alla Dybala che, a distanza di tempo, resta l’unico vero frammento da ricordare della sua esperienza in rossonero. Quel ragazzo dai capelli lunghi e lisci, tenuti in ordine da un cerchietto in pieno stile anni Novanta, si è rivelato un abbaglio estivo, anche se una reale opportunità non l’ha mai avuta: appena 5 presenze in totale. Prima il prestito all’Almeria nel gennaio 2024, poi quello all’Alaves la scorsa estate, fino alla cessione definitiva al Cruz Azul lo scorso inverno.
Lorenzo Colombo è un globetrotter, ma patriota. Da quattro anni a questa parte gira puntualmente l’Italia, da nord a sud, passando per il centro. Se Nasti aveva deciso quella sfida contro il City nella tournée americana, Lorenzo l’aveva infiammata con una doppietta in quattro minuti: prima di testa, poi con un sinistro volante. Tutto davanti ai 40.000 dello Yankee Stadium. Roba da veterani. Già nel settembre 2020, in un Milan-Monza 4-1 di amichevole, aveva timbrato con un sinistro potente all’incrocio. Insomma, quando gioca col caldo Lorenzo si esalta. Determinazione e voglia di fare, anche sotto i 40 gradi, non gli sono mai mancate. La conferma da parte del Milan, invece, resta in stand-by: dopo Cremonese, Spal, Lecce, Monza ed Empoli, quest’anno vestirà la maglia del Genoa, ancora in prestito.
Poco più di un anno fa, il 28 luglio 2024, Marco Nasti piegava Guardiola con un destro secco all’angolo che valse al Milan la vittoria per 3-2 sul Manchester City. In quell’istante Nasti era su tutti gli schermi dello Yankee Stadium di New York e, tra le vampate di caldo estivo americano, sognava di conquistarsi un posto nella squadra che lo aveva fatto crescere. Quella fiducia, però, non arrivò mai. L’attaccante classe 2003 si mise in mostra anche nelle altre amichevoli giocate in Italia, ma all’inizio della stagione 2024-25 venne ceduto a titolo definitivo alla Cremonese. Quel gol al City è rimasto soltanto un lampo.
Matteo Pelatti con il Milan vanta appena due presenze, entrambe nella parte finale della stagione 1996-97. Cinquantotto minuti che alimentavano la speranza di diventare un punto fermo dell’attacco rossonero. Un’investitura vera, però, non arrivò mai: il Diavolo se lo godette soltanto in un paio di amichevoli estive nel 1997. In un Milan-Corbetta finito 8-1, Pelatti mise a segno una tripletta, mentre Boban e Weah firmarono una doppietta a testa e un giovanissimo Roberto De Zerbi completò il tabellino. Pelatti era agli inizi, la carriera appena imboccata, ma tra un prestito e l’altro non riuscì più a tornare a Milanello.
La carriera, lui, l’ha fatta. Eccome. Ha scritto pagine di gol con Empoli e Siena (nella foto, in campo da avversario del Milan), è stato capitano e idolo di tifoserie di provincia, ha persino conquistato la Nazionale senza aver mai esordito in Serie A. Insomma, “Big Mac” Maccarone lo conoscono tutti. Eppure, anche lui ha uno storico particolare con il Milan, club che lo ha cresciuto nel settore giovanile dal 1993 al 1998. Nel 1997 si allenò con la prima squadra sotto gli occhi di Fabio Capello e non deluse: decise un’amichevole contro il Sassuolo segnando su rigore. Quei 18 anni li visse coi capelli lunghi al vento e con la rete sempre nel mirino, spesso sotto il sole cocente. L’anno successivo si mise in mostra anche al Torneo di Viareggio, prima di passare in prestito al Modena. Con il Diavolo, però, non arrivò mai l’esordio ufficiale.
Campione del mondo 1998 con la Francia, Christophe Dugarry al Milan è stato una grande meteora. Centravanti dal fiuto del gol, i rossoneri lo avevano notato in una sfida di Coppa Uefa contro il Bordeaux, quando segnò una doppietta. Sbarcò a Milano nel 1996, carico di aspettative che però non riuscì mai a rispettare. Il bilancio parla di appena 6 reti in 26 partite ufficiali, senza contare quelle… in amichevole. Contro il Chelsea, nel febbraio 1997, firmò una doppietta decisiva per la vittoria; nello stesso mese andò a segno anche nel 4-0 alla Biellese. Sessanta giorni prima, contro il Savona, aveva addirittura realizzato una tripletta nel 9-0 finale. Sei gol estivi, che però contavano poco.
La Gazzetta dello Sport