Gli auguri per Milan-Bologna. Mattarella fischia: lo sport è rispetto


Tifosi del Bologna con sciarpe e bandiere che animano gli spalti del Dall'Ara
MarchiniQuando parla lui, va sempre a segno. Uno a zero per Sergio e palla al centro. Come tutti i campioni, bastano pochi minuti al presidente della Repubblica Mattarella per incidere, come ieri nel fare gli auguri al Bologna e al Milan che stasera si contenderanno la Coppa Italia. Nella Sala degli specchi del Quirinale, il capo dello Stato ha invitato il mondo del calcio, ma più in generale quello dello sport, a guardarsi in faccia, ricordando una parola troppo spessa calpestata, sui campi da gioco, ma anche fuori: il rispetto. Il rispetto dell’avversario e, non secondario, il rispetto per l’arbitro. "Penso ai tornei giovanili in cui i ragazzi sono esempi di grande correttezza, ma qualche volta gli adulti che assistono lo sono un po’ meno". Un richiamo pacato, come nel suo stile regale, ma forte, fortissimo nella sostanza: un macigno nell’incarto di una caramella. E proprio per questo potentissimo nell’effetto che ottiene. Mattarella chiede quello che un nonno chiederebbe ai suoi nipoti: di vivere lo sport nel suo senso più puro, "con passione e correttezza". Dalla finalissima dell’Olimpico all’ultimo dei campetti di provincia. Le sue parole sono una mano appoggiata sulla spalla dei campioni in sala, da Leao a Orsolini, ricordando loro che sono "un riferimento per tanti giovani". E la difesa di Mariani è la difesa di tutti gli arbitri troppo spesso vittime di violenze, non solo verbali. Mattarella ha fischiato. E non serve il Var per cogliere la potenza del suo messaggio.
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