Gravina ospite alla Lum di Casamassima: «Il calcio si apre al mondo accademico». Fuori la protesta dei tifosi: «Dimettiti»

Clima teso oggi all’esterno dell’Università Lum di Casamassima, dove è atteso Gabriele Gravina, presidente della FIGC. Ad accoglierlo, uno striscione di forte protesta che recita: “No alla multiproprietà! Gravina dimettiti! La tua gestione… la morte del pallone!”.

Un messaggio diretto e inequivocabile, che riflette il malcontento di una parte del tifo organizzato, in particolare del Sud Italia, dove il tema delle multiproprietà nel calcio continua a suscitare polemiche. Da tempo, infatti, le tifoserie chiedono alla Federazione un cambio di rotta su questa pratica, ritenuta dannosa per la trasparenza e l’equità del sistema calcistico.

video Valentino Sgaramella

«Sono molto felice che il mondo del calcio si apra contaminazione reciproche, perché io credo che il mondo accademico deve aprirsi come si è aperto il mondo del calcio, perché attraverso questa alta formazione noi possiamo mettere insieme tutte le energie possibili per creare i presupposti di un futuro per i nostri giovani, ma soprattutto un futuro di alta specializzazione nel mondo non solo accademico ma anche del mondo del calcio». Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, a margine dell’incontro Il calcio tra sostenibilità, intelligenza artificiale e nuove professionalità, all’università Lum a Casamassina (Bari), per la chiusura del corso di alta formazione in management delle società calcistiche.

Il rettore della Lum, Antonello Garzoni, ha spiegato che "l'obiettivo è pensare a come il calcio sia effettivamente un volano di educazione ma anche di capacità di pensare a nuove tecnologie. C'è tantissimo: ci sono anche i nuovi schemi che uno può analizzare e comprendere grazie all’intelligenza artificiale, si può interpretare e a fare predictive analysis su quelli che possono essere i comportamenti futuri». «Quindi - ha aggiunto - le modalità per pensare all’intelligenza artificiale nel calcio sono tantissime, non sono solo quelle collegate all’interpretazione delle tecnologie classiche ma anche, e sempre di più, al modo in cui, attraverso queste intelligenze artificiali, si riesce comunque a stimolare l’innovazione».