I Mondiali di Calcio 2026 genereranno un inquinamento da record? Ecco cosa dice uno studio

Tra Stati Uniti, Messico e Canada, i Mondiali di Calcio 2026 si preparano a essere uno spettacolo enorme. Ma c’è un prezzo che si paga, e non è solo sportivo. Un nuovo studio lancia l’allarme: sarà l’edizione con un record: l’inquinamento. Parliamo di un impatto ambientale che fa riflettere e che rischia di segnare un record pericoloso.
Mondiali calcio 2026: inquinamento da record in arrivo? Una ricerca lo spiegaLa Coppa del Mondo si allarga, da 32 a 48 squadre, e con loro crescono le partite: da 54 a 104. Tre Paesi coinvolti, decine di spostamenti in aereo. Tutto questo si traduce in un aumento esponenziale delle emissioni di gas serra. Gli ambientalisti di Scientists for Global Responsibility (SGR) hanno calcolato che l’impatto sarà equivalente a oltre nove milioni di tonnellate di CO2. Un numero enorme, che fa paura. Un nuovo record d’inquinamento? Per fare un paragone, il Qatar 2022 – già sotto accusa – ha prodotto circa 5,25 milioni di tonnellate.
Si parla di un’inquinamento simile a quello di 6,5 milioni di auto che girano per un anno intero. Un confronto che aiuta a capire la portata della questione. La ricerca, fatta insieme all’Environmental Defence Fund e al Sport for Climate Action Network, mostra anche un altro dato: l’impatto stimato in fase di candidatura (3,6 milioni di tonnellate) era molto più basso, ma si basava su un numero minore di partite. I numeri reali sono cresciuti con l’allargamento del torneo.
Un dato positivo? Non ci saranno nuovi stadi da costruire, un vantaggio importante per contenere le emissioni. E la FIFA promette di arrivare a zero emissioni entro il 2040. Ma il conto, nel frattempo, rischia di essere salatissimo.
Mondiali di Calcio 2026 e il peso ambientale del calcio globaleIl problema però non è solo il torneo del 2026. Il calcio mondiale inquina pesantemente, ogni anno, tra 64 e 66 milioni di tonnellate di CO2. È quanto emerge dallo studio Dirty Tackle del New Weather Institute, che fa i conti con l’intero sistema: dai grandi eventi come il Mondiale per Club negli Usa, alla nuova Champions League con più partite, fino all’influenza di sponsor ‘inquinanti’ sul modo di vivere dei tifosi.
Per capirci: è come se l’intero sistema calcistico bruciasse 150 milioni di barili di petrolio all’anno. Un’enormità, che pochi considerano quando si parla di sport e passione. I Mondiali di Calcio 2026, insomma, sono solo la punta dell’iceberg. Dietro c’è un problema molto più grande, che chiama tutti a riflettere. E a agire. Prima che sia troppo tardi.
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