<p>Bezhani, l'uomo che vuole Comolli: Juve, nasce il calciomercato dell'algoritmo. Scaricato Tognozzi</p>

Chi è l'elemento "essenziale" per il nuovo direttore generale bianconero: la scheda dell'uomo destinato a rivoluzionare le scelte del club
Nel giorno dell’insediamento di Viktor Bezhani al Tolosa, Damien Comolli aveva evidenziato il senso della scelta, nient’affatto secondario: «Lo abbiamo scovato incredibilmente tra più di cento nomi, tutti candidati di altissima qualità, con un passato importante. Ma a fare la differenza è stato il suo approccio al ruolo, il fatto che sia entrato già in contatto con l’utilizzo delle statistiche». Un «elemento essenziale», per Comolli, che non cambierà approccio, anzi raddoppierà: la vera sfida è infatti ancor più ambiziosa, ossia portare il suo metodo in un contesto di forte tradizione come quello juventino. Per questo, per l’area scouting, la pista sembra libera e il 40enne originario dell’Albania è praticamente sul rettilineo, corre veloce e pare pronto ad accelerare in maniera definitiva per concretizzare il suo arrivo a Torino.
Una decisione apparentemente insolita, più probabilmente una delle tante in arrivo, di quelle con il marchio del Direttore Generale impresso ovunque: è lui a decidere, del resto. Ed è stato anche lui a raffreddare la strada che portava a Matteo Tognozzi, ora a un passo dall’Arsenal insieme ad Andrea Berta. Sarebbe stato un gradito ritorno, ma forse troppo legato al passato, meno improntato alla rivoluzione. Perciò il direttore attende l’ex pupillo a braccia aperte: oggi è a capo della parte reclutamenti dei francesi, nel tempo è stato parte integrante di una direzione sportiva in grado di fare tanto notizia quanto affari. Di lui, l’uomo a cui Elkann ha affidato completamente la Juventus, si fida ai massimi livelli. E chi lo conosce lo descrive come un appassionato della materia a 360 gradi, non limitato ad aspetti di campo, non un nerd delle statistiche.
Per capirci: dai compiti affidatigli ed egregiamente svolti, il Tolosa ha saputo costruire un progetto di valutazione dei calciatori completamente diverso dagli altri. Anche qui viene in soccorso una dichiarazione del direttore, in cui spiega il modus operandi da replicare a Torino: «Non utilizziamo scout come le altre squadre. Viktor passa dai 3 ai 5 giorni con ogni obiettivo finale dopo un’accurata selezione basata sui dati». Il punto di tutto è infatti conoscere l’uomo, ciò che potrà dare in campo è spiegato bene dalle statistiche: «Bezhani va a casa loro, esce a cena, chiede di incontrare mamma, papà, i fratelli. Vanno nel ristorante preferito e persino nel locale notturno, se ne hanno uno. Deve essere chiaro se la loro cultura s’integrerà a quella della società».
Ecco: il dirigente albanese fa tutto questo, ed è il prodotto di un percorso iniziato come match analyst nell’under 19 della Croazia, proseguito da vice allenatore dell’under 21 dei ciprioti dell’Anorthosis Famagosta, poi i passaggi tra le scrivanie degli osservatori: nel 2017 era in Polonia, al Legia Varsavia, nel 2019 il trasferimento in Inghilterra dove ha lavorato per il Brentford, salvo poi approdare al Watford nel 2020. Il Leicester l’ha preso per un paio di annate e alla fine è arrivato nel radar della squadra transalpina, scelto appunto tra un centinaio di candidati. Una scalata chiara, a cui manca la ciliegina sulla torta, la grande occasione di una vita e chissà con quali compagni di viaggio. Sulla scelta legata al direttore sportivo, la Juve continua a prendere tempo e a non mettersi fretta. Massara resta un nome concreto, però non ci sono stati contatti recenti; Lopez resiste ma è ben lontano dalla pole position. Resta in quota Salihamidzic, il preferito di una parte di dirigenza. Come in ogni matrimonio, toccherà procedere di compromessi.
Nel giorno dell’insediamento di Viktor Bezhani al Tolosa, Damien Comolli aveva evidenziato il senso della scelta, nient’affatto secondario: «Lo abbiamo scovato incredibilmente tra più di cento nomi, tutti candidati di altissima qualità, con un passato importante. Ma a fare la differenza è stato il suo approccio al ruolo, il fatto che sia entrato già in contatto con l’utilizzo delle statistiche». Un «elemento essenziale», per Comolli, che non cambierà approccio, anzi raddoppierà: la vera sfida è infatti ancor più ambiziosa, ossia portare il suo metodo in un contesto di forte tradizione come quello juventino. Per questo, per l’area scouting, la pista sembra libera e il 40enne originario dell’Albania è praticamente sul rettilineo, corre veloce e pare pronto ad accelerare in maniera definitiva per concretizzare il suo arrivo a Torino.
Una decisione apparentemente insolita, più probabilmente una delle tante in arrivo, di quelle con il marchio del Direttore Generale impresso ovunque: è lui a decidere, del resto. Ed è stato anche lui a raffreddare la strada che portava a Matteo Tognozzi, ora a un passo dall’Arsenal insieme ad Andrea Berta. Sarebbe stato un gradito ritorno, ma forse troppo legato al passato, meno improntato alla rivoluzione. Perciò il direttore attende l’ex pupillo a braccia aperte: oggi è a capo della parte reclutamenti dei francesi, nel tempo è stato parte integrante di una direzione sportiva in grado di fare tanto notizia quanto affari. Di lui, l’uomo a cui Elkann ha affidato completamente la Juventus, si fida ai massimi livelli. E chi lo conosce lo descrive come un appassionato della materia a 360 gradi, non limitato ad aspetti di campo, non un nerd delle statistiche.
Tuttosport