«Lo Stato in campo a tutela del tifo sano»: Puglia e Foggia diventano un «laboratorio nazionale»

BARI - Il primo provvedimento in Italia che sottopone una società sportiva ad amministrazione giudiziaria per «intimidazione mafiosa non occasionale» fa della Puglia e del Foggia Calcio un «laboratorio nazionale». Con l’obiettivo, ha ribadito con forza l’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Bari, Vincenzo Chionna, di tutelare la società e la parte «sana» della tifoseria foggiana.
A due settimane dalla bufera giudiziaria che ha travolto il Foggia Calcio (il provvedimento di prevenzione ma anche, parallelamente, quattro arresti e 52 daspo), chi oggi ha in mano le sorti della squadra fa chiarezza, dopo aver tranquillizzato sulla prima scadenza imminente: l’iscrizione al campionato di serie C entro il 6 giugno.
Quello che è stato applicato alla società sportiva dauna è l’articolo 34 del codice antimafia. Tutto nasce dalle denunce fatte dal patron Nicola Canonico, destinatario di minacce e intimidazioni (fino ad un ordigno esplosivo posizionato sotto l’auto del figlio, vicepresidente della società). Un provvedimento «epocale» lo ha definito il professor Chionna, coadiuvato da Luca Veneziani, commercialista esperto in società sportive. «Meritoriamente - ha spiegato - il Tribunale di Bari ha colto le sollecitazioni» arrivate da Procura nazionale Antimafia, Dda di Bari e Questura di Foggia, «per tutelare la continuità dell’attività sportiva e la passione vera, leale, quella nel rispetto delle regole, quando va a intercettare un’attività economica». Un patrimonio da proteggere, quindi, che però non è solo quello economico, del valore della squadra e dei giocatori che vanno in campo, ma è quello della «identità della città, di quella terra di Foggia sana che merita di essere tutelata».
In questa direzione, l’amministrazione giudiziaria si sta muovendo su tre profili: gestione corrente, aspetti economici patrimoniali e continuità sportiva. L’amministrazione giudiziaria, cioè, ha il compito di «supportare e non sostituire» gli organi federali e l’ordinamento sportivo, che ha le sue regole e la sua autonomia (qualche giorno fa la Covisoc ha fatto una ispezione, che non ha rilevato irregolarità). Con riferimento alle prospettive dell’attività di impresa, si è lavorato in questi quindici giorni con il Tribunale per comprendere lo scenario, garantire continuità «in una prospettiva lunga, di periodo» ha spiegato Chionna. Il primo problema che ha dovuto affrontare è stato quello degli adempimenti formali per l’iscrizione al campionato. Sul campo il Foggia Calcio se lo è meritato ed «era un peccato andasse perso». Continuità, quindi, ferma restando - come ribadito più volte dal patron Canonico - l’intenzione di cedere la società.
Oltre alla tutela della continuità aziendale che passa dal controllo dei conti, il provvedimento di prevenzione prevede la condivisione dei protocolli di condotta della attività sportiva. Per farlo, l’amministrazione giudiziaria si doterà di una struttura tecnico-sportiva per supportare le decisioni del legale rappresentante della società e della proprietà.
Canonico in questa vicenda è assistito dal penalista barese Michele Laforgia, che ha ospitato ieri nel suo studio l’incontro con la stampa. «La risposta dello Stato e delle vittime» che hanno denunciato le intimidazioni mafiose fin dal primo momento «dovrebbe essere presa di esempio» ha detto il legale, annunciando che «non ci limitiamo a denunciare, ma ci costituiremo parte civile nel processo quando saranno portati a giudizio gli autori delle intimidazioni».
Intanto l’attenzione è tutta su come sarà gestita la fase post iscrizione al campionato. Fase sulla quale è già al lavoro l’amministrazione giudiziaria con la società e la proprietà. In attesa della o delle pec di chi potrebbe essere interessato a rilevare la società, al momento nessuna, sempre con l’ombrello del Tribunale. Secondo procedure «chiare e cristalline come una stanza di vetro», ha detto Chionna. Per il Foggia potrebbe aprirsi, per chiosare con una battuta dell’avvocato Laforgia, «una meravigliosa stagione giudiziaria».
La Gazzetta del Mezzogiorno