Rivoluzione al Giro d’Italia: Van Aert vince, Del Toro in rosa

Ci volevano le Strade Bianche, con l’arrivo vincente del fiammingo Wout Van Aert nella piazza Del Campo di Siena, per rivoluzionare il Giro d’Italia.
Nella polvere alla fine si è vista la luce. E la luce ci dice che finalmente, dopo tanta melina, i big della corsa hanno dato battaglia. Ci eravamo lamentati, accusandoli di giocare a nascondersi, di tirar a campare, e invece, nella tanto attesa tappa dei terribili sterrati di Siena, è arrivato un botto potentissimo che sconvolge la classifica lasciando sul campo vincitori e vinti, tra i quali il nostro Diego Ulissi che dopo l’exploit di sabato, come si prevedeva, ha dovuto cedere la maglia rosa. Nulla di grave, la sua impresa l’aveva già fatta.
Proviamo allora a mettere in fila le novità di una frazione piena di colpi di scena, di attacchi, di polvere, cadute e forature. La prima novità, a parte la splendido successo di tappa di Van Aert, tornato alla vittoria dopo mille critiche e punzecchiature (“l’eterno secondo” come Raymond Poulidor e Tano Belloni), la prima vera novità, quasi un blitz, è la conquista della maglia rosa da parte del messicano Isaac del Toro, autentico mattatore di una giornata che l’ha visto sempre in prima fila mettendo anche in discussione, nella Uae Emirates, la leadership, di Juan Ayuso, il baby talento spagnolo capitano, almeno alla vigilia, della squadra.
Ebbene, Del Toro, scatenando l’attacco quando Roglic è caduto nel secondo sterrato, ha praticamente corso per se stesso lanciandosi in un forcing spietato che, inevitabilmente, ha danneggiato anche Ayuso, rimasto in mezzo (con Ciccone, Tiberi, Carapaz e poi Bernal) tra il forsennato attacco del messicano e il gruppo più distanziato di Roglic, in pesante difficoltà per le conseguenza della caduta.
Di solito, quando il rivale più temuto di un’altra squadra va in crisi, l’obiettivo comune è quello di dargli la mazzata finale unendo le forze. Del Toro, di questo patto non scritto, ma sempre praticato, se n’è tranquillamente infischiato puntando all’unica cosa che voleva. Conquistare in un colpo solo la tappa e la maglia rosa. Obbiettivo centrato per la maglia rosa. Non altrettanto per il successo di tappa ottenuto, dopo uno splendido testa a testa proprio con il messicano, da Van Aert, secondo protagonista di una corsa che all’improvviso ha dato tutte quelle emozioni che erano mancate nella prima parte del Giro.
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