Boom di tonni sul litorale di Bari: popolazione triplicata. In calo alici, sgombri e sardine

Boom di tonni sul litorale barese: triplicate le presenze, ma è allarme per le altre specie «pelagiche» che popolano questa zona di pesca, dalle alici agli sgombri, merluzzi, sardine, che insieme ai totani, ai calamari, alle seppie vengono mangiati da predatori come i tonni.
«In questi mesi estivi - fa notare Nicola Parente, storico portavoce della marineria di Mola, città che nei giorni scorsi ha ospitato la 50ª edizione della Festa del mare-Sagra del polpo - la presenza di tonni è aumentata». Questa invasione si è trasformata in una seria minaccia per altre specie ittiche, in particolare il pesce azzurro. A certificare il fenomeno è la Fao, che nel suo ultimo report sullo stato delle risorse ittiche, divulgato presso le marinerie, sottolinea il fenomeno, evidenziando il vorace appetito del tonno: «Ogni esemplare consuma quotidianamente l’equivalente del 10% del proprio peso corporeo. Un tonno adulto può quindi mangiare fino a 40 chili di pesce al giorno, con una dieta ricca e varia che include totani e acciughe».
Quali sono le cause dell’invasione dei tonni? Secondo Fedagripesca-Confcooperative, «sono da ricercare nelle rigorose normative europee su calendario - spiega in una nota -: quantitativi di pesca, ispettori comunitari a bordo e porti di sbarco rendono il tonno la specie ittica commerciale più tutelata al mondo. Questo ha innescato un vero e proprio boom della popolazione di tonni pinna gialla e rossi, con effetti negativi su altri stock ittici e sulle attività di pesca. Non vorremmo trovarci ora a considerare il tonno da risorsa a minaccia e dover pianificare abbattimenti selettivi, come accade nei campi per i cinghiali».
«Questi predatori - fa notare Vincenzo Marasciulo, armatore e rappresentante di una cooperativa tra pescatori di Monopoli - cacciano gamberi rosa e merluzzi, che spesso finiscono decapitati nelle nostre reti. È una lotta impari e noi pescatori ne paghiamo le conseguenze».
Per questo, le organizzazioni dei lavoratori del mare chiedono da tempo maggiori investimenti nella ricerca scientifica per comprendere i cambiamenti in atto nei mari e nel clima e individuare azioni di contrasto ad una crisi che mette a dura prova le 1.455 imbarcazioni pugliesi. Significativo il dato sulle attività di pesca nel compartimento barese (da Molfetta a Giovinazzo, Santo Spirito, Torre a Mare, Mola e Monopoli): un terzo dei 300 pescherecci a strascico ha chiesto l’arresto definitivo.
Uno dei temi caldi è poi il fermo pesca (dal prossimo 16 agosto al 29 settembre) una misura che secondo Coldiretti Impresa Pesca, che ha portato le sue proposte sul tavolo ministeriale, non può essere solo una restrizione dei tempi di cattura, ma deve essere ripensata per tutelare i pescatori e le risorse marine nelle fasi cruciali di riproduzione.
La Gazzetta del Mezzogiorno