Hanno ucciso Gaza, voi dove eravate?

Lo sterminio del terzo millennio
Lasciati morire di fame e di sete, uccisi dai cecchini, braccati nelle scuole e negli ospedali: davvero non avete visto la ferocia d’Israele che ha cancellato dalla faccia della terra la Palestina? Sì, avete visto ma avete fatto finta di niente. Europa, Occidente, Stati Uniti: siete complici di questo genocidio

Gaza muore. Muore ogni giorno, tutti i giorni, a ogni ora del giorno, spiata, inseguita e colpita dai droni, sparata dai carrarmati, bombardata dall’alto dei cieli. Gaza muore: non lo vedete? Non lo sentite? Davvero non conoscete le testimonianze, le inchieste indipendenti, le foto, i video della carneficina? Davvero fate finta di niente? Gaza muore bruciata, assetata, affamata.
Giustiziata dai cecchini che mirano alla testa dei bambini, strozzata e privata degli aiuti umanitari che restano a marcire nei camion bloccati ai valichi di frontiera, deprivata di strutture sanitarie e di medicine, assediata dalla casualità di un orrore permanente, avvelenata dai liquami infetti, dalle malattie, dalla putrefazione dei cadaveri, sequestrata dentro le proprie stesse rovine, con i sopravvissuti costretti a fuggire da una parte all’altra come topi in trappola, rasa al suolo dai più fanatici “cavalieri dell’apocalisse” dell’epoca nostra. Gaza viene straziata con l’intelligenza artificiale applicata all’intero campionario della crudeltà, un misto di preistoria e post-modernità, senza che sopravviva più neppure un brandello di umanità e di legalità: là, in quel mondo livido e capovolto, è normale eliminare sistematicamente i giornalisti, i medici, gli infermieri, è normale ridurre in macerie scuole, ospedali, campi profughi. Il fuoco del messianismo nazionalista, razzista e fascista, di Israele brucia tutto, nel nome di un suprematismo che per rozzezza ideologica e brutalità ricorda la persecuzione degli ebrei nell’Europa della croce uncinata.
E mentre Gaza muore la Cisgiordania viene svuotata del suo popolo e della sua identità, diventando il teatro di una sistematica pulizia etnica, praticata come delinquenza istituzionalmente protetta e legittimata, con i coloni che rubano le case e le terre dei palestinesi, che bruciano gli uliveti, che invocano il dio dei predoni scortati dai soldati che cacciano, sparano, uccidono. Israele, la banda criminale che lo governa, l’esercito che ne esegue gli ordini genocidiari, rappresentano oggi non l’unica democrazia del medio oriente – come si continua a ripetere senza pudore e sprezzo del ridicolo – bensì il principale antagonista del diritto e della civiltà nel mondo. Anche perché oltre che spezzare le ossa a un popolo hanno sputato in faccia alle istituzioni che sono nate a protezione della pace, dei diritti umani e del diritto internazionale. Con la tecnica intimidatoria dell’accusare di essere “antisemiti” chiunque non si adegui alla loro retorica e alle loro menzogne.
La barbarie non è però solo in chi sta cercando di cancellare la vita e la memoria di ciò che chiamiamo Palestina, non è solo di chi mette in pratica un genocidio e cerca di nasconderlo con l’assassinio dei testimoni e con la propaganda dei comunicati dell’esercito (anche se poi quel genocidio lo programma, lo invoca e lo rivendica, come fanno i due serial killer travestiti da ministri, Smotrich e Ben-Gvir). La barbarie è anche qua, in Italia, in Europa, negli Stati Uniti (quelli di Trump come quelli di Biden), in questo nostro mondo che ha armato e arma Israele, che è stato ed è complice dei suoi delitti, che ha minimizzato e talvolta rimosso le notizie delle stragi, che ha consentito che l’Onu venisse irriso e delegittimato, che ha cercato in tutti i modi di ignorare le carte d’accusa del Tribunale penale internazionale.
La barbarie è a Strasburgo e a Bruxelles, in luoghi che non hanno più alcuna parentela con la magnifica visione del Manifesto di Ventotene, nei vergognosi silenzi di una classe dirigente europea bramosa di riarmo e di affari. Ed è a Palazzo Chigi, nella manifesta solidarietà ideologica e politica con Netanyahu, nella penosa reticenza di Giorgia Meloni, nell’incapacità di sentire il dolore degli altri soprattutto se gli altri, per colore della pelle e per fede, sembrano non solo diversi ma inferiori, al punto da poterli disumanizzare. La barbarie si nasconde nelle maniere forbite della buona borghesia liberale che fa finta di niente, si maschera nelle vanterie ideologiche degli apologeti dei primati d’Occidente, si lascia dolcemente cullare dall’ipocrisia e dal doppiopesismo delle nostre élites.
Noi che siamo cresciuti leggendo Anna Frank e Primo Levi, che abbiamo recitato a memoria “se questo è un uomo”, che abbiamo sentito un debito incommensurabile con le vittime della Shoah, noi che il 7 ottobre abbiamo pianto per i ragazzi sgozzati dai tagliagole di Hamas, non staremo zitti. Noi sappiamo quanto sia cruciale e fondativa quella promessa che dice “Mai più!”: che valeva e vale per gli ebrei, e che vale sempre e per tutti. Se oggi tacessimo dinanzi al martirio di Gaza perderemmo la credibilità della nostra fede laica nell’umanità. E insieme perderemmo la nostra stessa decenza. E se sventoleremo la bandiera della Palestina, non lo faremo per odio di qualcuno, ma per amore: di un popolo, di tutti i popoli della terra.
l'Unità