La lettera del medico padovano al vicepremier Tajani: «Cinque palestinesi feriti da salvare a Gaza»

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La lettera del medico padovano al vicepremier Tajani: «Cinque palestinesi feriti da salvare a Gaza»

La lettera del medico padovano al vicepremier Tajani: «Cinque palestinesi feriti da salvare a Gaza»

Ha approfittato della sua visita a Padova per chiedere aiuto: Salim El Maoued, medico di base di origini libanesi ma residente all'Arcella da oltre trent'anni (tanto da essersi candidato sindaco nel 2022 con la lista «Padova di Tutti»), ha consegnato lunedì ad Antonio Tajani, vicepremier e Ministro degli Esteri, una lettera in cui viene lanciato un accorato appello per portare in Italia cinque palestinesi gravemente feriti.

Nella lettera - firmata da alcune organizzazioni tra cui "Sanitari per Gaza", si legge: «Ci permettiamo di consegnarle questo appello urgente in quanto cittadini profondamente impegnati a rispettare i principi etici e la sacralità della vita, e, soprattutto, in qualità di professionisti fedeli ai valori che sono alla base del giuramento di Ippocrate, associati nell'Organizzazione Volontaria "Sanitari per Gaza" la cui finalità è l'accoglienza e l'assistenza delle persone, specie i bambini, che necessitano cure mediche a causa della guerra in corso a Gaza. La nostra condivisione di questi principi ci spinge a esprimere serie preoccupazioni riguardo all'attuale crisi sanitaria a Gaza, situazione che ha raggiunto livelli disumani e inaccettabili. In qualità di operatori sanitari, siamo testimoni diretti di questa crisi in quanto, seppur lontani, destinatari di documentazione medica di numerosi pazienti che ci implorano un aiuto necessitando di un trasferimento immediato in strutture mediche in grado di intervenire con competenza e tempestività per salvare loro la vita. Le chiediamo di adoperarsi nella sua posizione di influenza, certi del suo impegno nel sostenere e intraprendere azioni di facilitazione diplomatica, per il rilascio dei visti e dell'aiuto alle persone, di cui alleghiamo sotto dei brevi cenni clinici, bisognose di cure urgenti, e con cui siamo in contatto da diverse settimane in attesa del visto per poter uscire dalla Striscia di Gaza. Il nostro dovere come professionisti della salute si estende oltre i confini del nostro Paese, e crediamo fermamente che ogni vita umana meriti compassione e cura. In quanto Ministro degli Esteri ci auguriamo condivida questa stessa nostra urgenza. Ribadiamo quindi l'urgenza del completamento delle pratiche burocratiche che permettano a questi pazienti di Gaza, di cui siamo già in possesso della documentazione medica, che soddisfa i criteri clinici per il diritto di evacuazione, di raggiungere l'Italia assieme ai loro accompagnatori. Chiediamo inoltre che siano rese agevoli e trasparenti le modalità per attivare, anche per i prossimi casi, le procedure di evacuazione sanitaria per le emergenze cliniche che quotidianamente ci vengono segnalate».

Le storie sono commoventi: la prima è quella di una giovane mamma che presenta una lesione all'occhio destro con rottura del globo oculare, emorragia vitrea e distacco di retina dovuta ad esplosione, durante la quale hanno perso la vita i suoi bambini e il marito: resta in vita, con lei, un unico figlio piccolo. L'emorragia vitrea provoca dolore intenso e aumento della pressione intraoculare: è dunque urgente un intervento chirurgico tempestivo in ambiente altamente specializzato in modo da ripristinare la massima funzionalità visiva e prevenire ulteriori esiti oltre che a consentire a questa giovane madre di occuparsi dell'unico bambino sopravvissuto.

C'è poi Lana, che non ha ancora due anni. La bambina è l'unica a non avere un documento approvato in quanto fuggita ripetutamente con la mamma e la sorellina senza poter accedere alla visita ufficiale per il rilascio di tale documento, riprogrammata ripetutamente. La documentazione medica, tuttavia, certifica l'urgenza di una sua evacuazione da Gaza per ragioni mediche urgenti in quanto ha sperimentato episodi di perdita di coscienza con caduta, che i medici ritengono probabilmente di natura epilettica. Il fratellino, di nove anni, è inoltre affetto da una malattia neurologica non identificata, a causa, si ipotizza, di mutazione genetica a seguito di bombe al fosforo lanciate su Gaza mentre la madre era incinta. Questo accentua l'urgenza di chiarire la diagnosi di Lana, con accertamenti attualmente non disponibili in loco.

A loro si aggiungono una mamma di 42 anni con amputazione di alcune dita della mano sinistra e frattura esposta del tallone del piede sinistro, entrambe con esito di aree non cicatrizzate che necessitano di interventi di chirurgia plastica ricostruttiva oltre a supporto nutrizionale, psicologico è riabilitativo protesico. E non è sola: con lei ci sono infatti le due figlie di 18 e 8 anni, le uniche sopravvissute a una tremenda esplosione: a quella maggiorenne è stata amputata una gamba fin sopra il ginocchio, mentre a quella di otto anni sono state amputate entrambe le gambe sempre sopra il ginocchio e quindi ha bisogno di una particolare tecnica psicoterapica in anestesia generale per superare il trauma.

Padovaoggi

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