Le condizioni del Papa. “Altalena inevitabile, la prognosi sarà sciolta più avanti”
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Elena Bignami è presidente della Siaarti, la Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva ed è professore ordinario a Parma, dove guida una delle rianimazioni dell’ospedale.
Dopo la crisi di sabato, ieri nel bollettino del Gemelli si è parlato di “lieve miglioramento” per il Papa. La prognosi è riservata, cosa deve succedere perché venga sciolta?
“Ci vogliono ancora altre giornate come questa, di relativa stabilità e anzi di leggero miglioramento. Se si va avanti così ancora per un po’ la prognosi potrà essere sciolta. Ma un numero di giorni preciso non si può ipotizzare al momento”.
Gli alti e bassi in pazienti come il Papa sono tipici?
“Sì, sono normali, soprattutto quando si parla di malati anziani come lui. Diciamo, comunque, che le cose possono ancora andare bene, l’importante è proseguire le terapie avviate al Gemelli e tenere ben monitorato il paziente, cosa che i colleghi stanno facendo”.
Al Papa viene ancora somministrato l’ossigeno. Un paziente come lui, in prospettiva, potrà smettere di usarlo?
“Dopo la crisi dell’altro giorno ha ancora bisogno di aiuto, ma è un buon segno che sia stata leggermente ridotta la quantità di ossigeno che gli viene somministrata. Ha avuto una riacutizzazione di una forma cronica, per questo possiamo pensare che se tutto va bene possa liberarsi di questo tipo di assistenza. Ovviamente bisogna evitare nuove infezioni, perché aumenterebbero i problemi, rendendo il decorso più complesso”.
Anche sulle condizioni dei reni arrivano parole tranquillizzanti.
“L’insufficienza renale entro certi limiti è normale, in pazienti in queste condizioni. Anche questa è reversibile, se curata con idratazione e appunto ossigeno. In questa fase non si tratta di un problema preoccupante”.
La sepsi, infezione diffusa a tutti gli organi, è stata evocata dai medici del Gemelli come uno dei problemi più temuti. Il Papa potrebbe già averla?
“Non è chiaro, ma anche se ci fosse già sarebbe sotto controllo grazie alla terapia, come dimostra la stabilità del quadro clinico”.
La seconda parte del bollettino è dedicata alle attività del Papa: il lavoro, le telefonate, l’Eucarestia. “Sicuramente il fatto che il Santo Padre abbia voglia di interagire con le persone e di lavorare è un buon segno. Magari poco clinico, ma comunque significativo dello stato generale del paziente”.
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