Nuovo coronavirus trasmissibile all'uomo: la scoperta in Cina
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Dopo il SARS-CoV-2, il coronavirus all'origine dalla pandemia da COVID-19, arriva dalla Cina la notizia della scoperta di un nuovo coronavirus dei pipistrelli che, almeno in teoria, potrebbe trasmettersi dall'animale all'uomo proprio accaduto col SARS-CoV-2, dal momento che il nuovo virus utilizza lo stesso recettore umano del coronavirus scoperto nel 2019.
A scoprire il nuovo coronavirus, ribattezzato HKU5-CoV-2, è stato il team della ricercatrice cinese Shi Zhengli che da anni si sta dedicando allo studio dei virus dei pipistrelli e che in passato ha lavorato anche presso il Wuhan Institute of Virology.
Il nuovo coronavirus, si legge nell'articolo pubblicato sulla rivista a revisione paritaria Cell, è stato identificato per la prima volta in un pipistrello giapponese a Hong Kong e appartiene al sottogenere dei merbecovirus, lo stesso che include il virus responsabile della sindrome respiratoria mediorientale (MERS). HKU5-CoV-2, stando alla scoperta degli esperti, è in grado di legarsi all'enzima di conversione dell'angiotensina umano (ACE), lo stesso recettore usato dal virus SARS-CoV-2 per infettare le cellule del corpo umano.
"Segnaliamo la scoperta e l'isolamento di un lignaggio distinto di HKU5-CoV, che può utilizzare non solo l'Ace2 del pipistrello, ma anche l'Ace2 umano e vari ortologhi dell'Ace2 dei mammiferi (geni trovati in specie diverse con un'origine comune)", hanno scritto i ricercatori guidati da Shi Zhengli. Di fronte a questa scoperta, quali sono i rischi di una nuova pandemia di coronavirus? Al momento la comunità scientifica invita alla cautela. Se è vero, infatti, che l'allerta deve comunque restare alta, è altrettanto vero che il rischio di una nuova pandemia è molto basso.
"Nessun essere umano è stato infettato dal nuovo virus e la possibilità che questo agente si diffonda è legata al verificarsi di una successione di eventi che sono teoricamente possibili, ma che hanno basse probabilità di realizzarsi", ha spiegato all'ANSA Carlo Federico Perno, direttore dell'Unità Operativa di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia dell'Irccs Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Roma.
Dello stesso parere anche Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, secondo il quale la semplice scoperta del nuovo coronavirus "non vuol dire che questo virus farà il salto di specie, iniziando catene di trasmissione interumane tali da causare un evento epidemico".
"Questo nuovo coronavirus potrebbe essere un problema se incontra un sistema immunitario come il nostro, completamente deficiente di anticorpi per intercettarlo. Ora l'importante come sempre è dare notizie il prima possibile, quindi anche da parte dei colleghi cinesi che devono dirci tutto: soprattutto se ci sarà un primo caso umano", ha affermato invece Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova.
La Gazzetta dello Sport