Taranto, il futuro dell’ex Ilva dipende dalla nave rigassificatrice: il racconto del lungo confronto a Roma

Mercoledì 09 Luglio 2025, 05:00
L’intesa non c’è ma c’è l’impegno a sottoscrivere l’accordo sul futuro dell’ex Ilva la settimana prossima. Ed è già qualcosa, viste le premesse e l’avvio del vertice convocato ieri a Palazzo Piacentini dal ministro Adolfo Urso con Regione Puglia, Comune di Statte, Comune e Provincia di Taranto.
Dopo 8 ore di confronto animato, si è tornati, sicuramente con le idee più chiare della vigilia, allo snodo cruciale: nave rigassificatrice sì, nave rigassificatrice no. Per avviare la transizione ecologica, energetica e industriale dello stabilimento siderurgico di Taranto serve il gas, tanto gas in attesa dell’agognato idrogeno. Gas che può arrivare o tramite appunto una nave rigassificatrice oppure implementando la rete Snam. Il sindaco di Taranto Piero Bitetti non vuole la nave in porto, già affollato dalle presenze industriali della stessa Ilva e dell’Eni. Il «no» politico, peraltro sarebbe affiancato da un «no» tecnico per il rischio di un incidente rilevante, dunque al limite la nave va posizionata al largo, oltre la diga foranea. Fatto che però preoccupa i tecnici del ministero perché la rigassificatrice al largo costerebbe di più e avrebbe problemi di gestione quotidiana, non garantendo 365 giorni all’anno la fornitura energetica.
CONTINUA A LEGGERE SULL'EDIZIONE DIGITALE O ACQUISTA LA COPIA CARTACEA
TROVA NEWS INTORNO A TE
La Gazzetta del Mezzogiorno