2 agosto senza pace. L’affondo di Bernini: “Da Bolognesi un comiziaccio politico”. La replica: “I morti li onoriamo cercando verità e giustizia”

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2 agosto senza pace. L’affondo di Bernini: “Da Bolognesi un comiziaccio politico”. La replica: “I morti li onoriamo cercando verità e giustizia”

2 agosto senza pace. L’affondo di Bernini: “Da Bolognesi un comiziaccio politico”. La replica: “I morti li onoriamo cercando verità e giustizia”

Bologna, 3 agosto 2025 – Non si placano le polemiche dopo il 45esimo anniversario della strage del 2 agosto alla stazione di Bologna che fece 85 morti e oltre 200 feriti.

“Quello a cui ho assistito ieri non è stato un omaggio alle vittime del 2 agosto 1980, ma un comiziaccio politico che parlava di persone, del presidente del Consiglio, del presidente del Senato, del decreto sicurezza, della separazione delle carriere. Io ho sentito poco onorare i morti della strage del 2 agosto e molto fare comizi politici“.

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La ministra Anna Maria Bernini e Paolo Bolognesi alla stazione di Bologna
La ministra Anna Maria Bernini e Paolo Bolognesi alla stazione di Bologna

Il giorno dopo la commemorazione della bomba alla stazione, Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della ricerca agli Stati generali del Mezzogiorno di Forza Italia che si concludono oggi a Villa San Giovanni, è tornata sulle polemiche di ieri. Bernini, infatti, da rappresentante del governo, fin da subito nel Cortile d’onore di Palazzo d’Accursio aveva messo le cose in chiaro: “Sono vicina alle vittime della strage e ringrazio quanto fatto dall’Associazione dei familiari delle vittime, ma mi dissocerò da alcuni passaggi del discorso di Paolo Bolognesi“.

Sul palco di piazza Medaglie d’Oro, in stazione, la distanza è risultata evidente. E mentre l’ormai ex presidente dell’Associazione dei familiari (da ieri il testimone è passato a Paolo Lambertini) elencava nomi e cognomi per ricostruire i legami tra Msi e destra eversiva, tirava in ballo Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Francesco Lollobrigida (con relativi fischi della piazza gremita agli esponenti di FdI e alla premier) e attaccava il governo che “non riconosce la matrice neofascista” della strage, Bernini dalla prima fila è retrocessa in fondo, non lasciando però la cerimonia. Oggi, interrogata sul gelo sul palco, ha ammesso che “la mia domanda al governo era: se questo accade (cioè che Bolognesi faccia un comizio politico, ndr), mi autorizzate ad alzarmi e andarmene? Loro mi hanno detto ‘sì, però valuta il contesto’. Ecco, io non mi sono sentita di alzarmi e andarmene perché in quel modo avrei mancato di rispetto a quelle vittime che loro non stavano onorando nel modo giusto. L’abbiamo fatto noi anche per loro“. La ministra, però, all’indomani del corteo, ammette: “Non è stato facile stare su quel palco, ho passato una giornata complicata. Però l’ho fatto con orgoglio, ne sono stata onorata, l’ho fatto per tutto quello che io stessa ho vissuto. Quello che fa la differenza, credo, tra noi e altri politici è, quando siamo istituzioni, essere istituzioni fino in fondo”.

Bolognesi – che già ieri in un botta e risposta con Bernini le aveva chiesto che ‘aspettava i fatti, dopo 45 anni di pacche sulle spalle’ – ha replicato a stretto a giro: “Adesso mi piacerebbe davvero molto chiedere alle migliaia di persone che ieri erano in piazza, e a tutte quelle che hanno letto il discorso che ho fatto, e da quel che abbiamo capito ha girato tanto, se hanno assistito ad un ‘comiziaccio politico’, come dice la ministra Bernini”.

Bolognesi, da oggi presidente onorario dell’Associazione dei parenti delle vittime Bolognesi ribatte: “Se parliamo di onorare i morti, allora si sappia che lo consideriamo un fatto privato, e in piazza non andiamo per pregare. Mentre onorare le vittime lo facciamo ricercando verità e giustizia. È esattamente quel che dice il nostro statuto, ‘ottenere con tutte le iniziative possibili la giustizia dovuta’, sottolineo dovuta; non un regalo. Ci siamo comportati così per anni, per ottenere giustizia”, tema appunto ribadito nelle cerimonie del 2 agosto (che quest’anno è stato segnato dalle nuove sentenze che mettono punti fermi sui mandanti e gli esecutori della strage).

Insomma, “se Bernini questo non l’ha capito non è colpa nostra”. La ministra ieri l’aveva messo in chiaro, al termine del lungo discorso di Bolognesi: “Qualunque collegamento con l’orrore della strage e l’attualità o l’attuale governo lo respingo senza se e senza ma, ma il rispetto che devo a titolo personale e come rappresentante del governo ai familiari delle vittime e a tutti i sopravvissuti e ai familiari delle stragi mi ha tenuto ferma su questo palco, perché questa è la democrazia”. Aggiungendo poi che onorare le vittime è un impegno che sarebbe stato portato avanti “non solamente a parole, ma facendo cose concrete”.

A sua volta Bolognesi aveva ribadito la volontà di vedere i ‘fatti’. Oggi la tensione è tornata a salire, con un interrogativo: gli impegni presi da Bernini (sulla trasparenza sulle sentenze e sulla legge sui risarcimenti per i parenti delle vittime) rischiano di vanificarsi dopo le polemiche, facendo della giornata di ieri un’occasione persa? “Mah, questo è il governo delle occasioni perse... A me ora interesserebbe sapere il parere della gente”, taglia corto Bolognesi. Ieri, viste le polemiche, la premier Meloni ha risposto con una nota conciliante parlando della bomba alla stazione di “una delle pagine più buie della storia”. Nessun riferimento alla matrice neofascista, mentre Bernini l’ha citata, riferendosi però alla definizione “dei magistrati”. Una puntualizzazione che ai familiari delle vittime, ieri raccolti come di consueto nel Cortile d’onore del Comune, non è piaciuta.

İl Resto Del Carlino

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