In Calabria si parte dal campo largo, è già totonomi

In Calabria il centrosinistra parte dall'alleanza fra Pd, M5s e Avs. Ma senza chiudere la porta a un campo magari larghissimo che possa tenere insieme anche Azione, Iv, Psi, Più Europa fino al Prc. La partita è in salita - è il ragionamento che circola nel Pd - ma i risultati delle Europee 2024 danno i due schieramenti a un soffio l'uno dall'altro. Un tavolo è già aperto. Lunedì, giorni prima che il governatore di centrodestra Roberto Occhiuto annunciasse le dimissioni, nella sede del Partito democratico di Lamezia Terme si sono riuniti i segretari regionali e i capigruppo in Regione di Pd, M5s e Avs. L'intento era quello di cominciare a pensare a una corsa che si sarebbe dovuta tenere fra un anno: l'accelerata di queste ore ha dato una stretta ai tempi. Il voto potrebbe esserci già in autunno. Per la prossima settimana è stato quindi programmato un nuovo appuntamento: alle tre forze potrebbero già aggiungersene altre. Ancora presto per parlare di nomi, ma qualcuno sta cominciando a circolare. Il Pd dovrebbe mettere sul tavolo quelli del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e del consigliere regionale Ernesto Alecci. Per il M5s si fanno i nomi delle deputate Vittoria Baldino e Anna Laura Orrico. Ma si parla anche dell'eurodeputato Pasquale Tridico che, però, non appare particolarmente attratto dalla prospettiva. Ma la sua figura più tecnica (un economista, già presidente dell'Inps) sarebbe meglio spendibile in un'ottica di campo largo, potrebbe trovare meno ostacoli nelle forze centriste, di solito piuttosto fredde col M5s. Che Azione possa far parte di una coalizione anti-Occhiuto lo hanno fatto intendere anche le uscite del segretario Carlo Calenda che, proprio nelle ultime ore, in Calabria ha attacco il governatore, dandogli del "bullo". In Calabria Italia Viva si è già detta "pronta a scendere in campo". Per la scelta del candidato sarà importante la definizione delle altre partite, soprattutto quelle campana, dove la corsa di Roberto Fico (M5s) ancora non è ufficiale, e Toscana dove, per adesso, il M5s non sostiene il candidato del Pd, il governatore uscente Eugenio Giani. Contano poi i rapporti di forza. Alle ultime elezioni, le europee del 2024, il M5s ha preso il 16,18%, il Pd il 15,9%, Avs il 6%, Stati Uniti d'Europa (con +Europa, Iv e Psi) il 6%, Azione il 4%. La somma dà circa il 48%. E' questo il dato su cui confidano i sostenitori del campo largo. La definizione della coalizione e la scelta del candidato dovranno essere giocoforza rapide: l'obiettivo è trovare la quadra in un paio di settimane. Il ventaglio del totonomi è larghissimo e per nulla immune dalle suggestioni. Qualcuno ha parlato di Mimmo Lucano, l'ex sindaco di Riace ora eurodeputato per Avs. E c'è chi ne ha buttato là uno che farebbe molto ma proprio molto rumore: il procuratore Nicola Gratteri.
ansa