San Siro tra inchiesta e politica. Il tema stadio adesso slitta a settembre, e in chat spuntano le mire di Pella e Marinoni

20 lug 2025

L’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, 74 anni, e il sindaco Giuseppe Sala, 67
Milano, 20 luglio 2025 – Quanto all’operazione San Siro, un primo compromesso tra il sindaco Giuseppe Sala e il Pd si è raggiunto: a quanto pare, salvo sorprese, la delibera non andrà in Giunta comunale né domani, come era previsto prima che scoppiasse il nuovo filone d’inchiesta sull’urbanistica, né entro fine luglio. Se ne riparlerà a settembre. Un rinvio che, dal punto di vista politico, viene incontro alla richiesta dei Dem di prendersi del tempo, alla luce dell’inchiesta, prima di licenziare il provvedimento.

Ma indolore dal punto di vista sostanziale perché non pregiudica il rispetto della scadenza ultima del 10 novembre 2025, la data a partire dalla quale scatterà quel vincolo architettonico sul secondo anello che renderà impossibile procedere con ogni piano di lavori sull’impianto. Altre risposte dovranno arrivare da qui a domani per capire se il secondo mandato di Sala potrà proseguire. “La sua scelta dipenderà per il 90% dalle risposte che i Dem daranno in questo fine settimana”. Così risponde un fedelissimo di Sala quando gli si chiede quanto inciderà la linea dei Democratici sulla scelta del sindaco di restare o no in carica. Possibile che oggi pomeriggio il primo cittadino e una delegazione del primo partito di maggioranza si incontrino di nuovo. Ieri Sala si è confrontato con i consiglieri comunali della sua lista civica e ha trascorso gran parte della giornata a casa, a preparare il discorso che farà domani lunedì 21 luglio in Consiglio.

Sarà un discorso dell’orgoglio: si soffermerà sul contributo dato a Milano in questi 15 anni, prima da commissario unico dell’Expo 2015 e poi da sindaco. Poi rimarcherà la necessità di marciare compatti negli ultimi due anni per chiudere al meglio tutte le partite in agenda. Ma il tenore delle ultime righe del suo discorso dipenderanno, come detto, dalle risposte di un Pd che ieri si è chiuso in conclave: prima un incontro tra la segreteria cittadina, quella lombarda e i parlamentari. Poi di nuovo approfondimenti tra segreterie. I Dem vogliono evitare in tutti i modi le dimissioni di Sala. Ma gli chiedono segnali di discontinuità, non solo su San Siro.

Da qui la nota di Alessandro Capelli, segretario milanese del Pd: “Vogliamo continuare al fianco del sindaco, sapendo che dal 2011 moltissime cose importanti sono state fatte per la città, ma che oggi, in un contesto sociale mutato, è necessario investire su nuove politiche che mettano al centro questione sociale, ambientale, opportunità e uguaglianza”.
Le carte dell’inchiestaNon solo “Nodi e Porte metropolitane”, cioè le zone tra la metropoli e l’hinterland, o l’area “degli scali ferroviari e del Villaggio olimpico”. Tra gli “obiettivi” di quel “patto di corruzione”, come lo chiama la procura di Milano erano finiti proprio lo stadio di San Siro e l’omonimo quartiere. È un altro dei fronti aperti, e che potrebbe portare a sviluppi della maxi indagine con 74 indagati, tra cui Sala e l’assessore Giancarlo Tancredi, pronto alle dimissioni. Dalle chat analizzate dalla Guardia di Finanza emergono le parole di Giuseppe Marinoni, fino a tre mesi fa al vertice della Commissione paesaggio, per i pm “organismo al centro” del “sistema di speculazione edilizia sorretto” da una “lettura manipolata delle regole”, “conflitti di interessi” e “falsi nella rappresentazione delle norme e della realtà”. Oltre che da presunte tangenti “mascherate” con consulenze.
Il rebus del Meazza“Giovedì provo formalmente a chiedere... all’assessore per capire se mi può anticipare qualcosa, poi ti faccio sapere”, scrive il 15 gennaio 2024 Marinoni a Federico Pella, manager della J+S, riferendosi alla possibilità di avere informazioni da Tancredi, quando in discussione c’era “un progetto per la ristrutturazione di San Siro”. Il tema del Meazza spunta spesso negli scambi di messaggi tra i Marinoni e Pella. Ancora il 25 settembre Pella diceva a Marinoni che avrebbero dovuto parlare dei “tempi stadio”. Mentre il 20 gennaio gli aveva già fatto presente che “serve interlocutore serio Comune”. Un “nutrito numero di WhatsApp – annotano i pm – vertono sul modo di proporre strategie sugli interventi sul Meazza e sulle aree dei parcheggi per il tramite dell’Inter (club estraneo alle indagini) già cliente di Pella”.
Il Giorno