Separazione delle carriere, nasce il comitato per il Sì dell’Unione delle Camere Penali

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Separazione delle carriere, nasce il comitato per il Sì dell’Unione delle Camere Penali

Separazione delle carriere, nasce il comitato per il Sì dell’Unione delle Camere Penali

Il Comitato referendario dell'Ucpi

Le Camere penali a sostegno della riforma “storica e attesa da 30 anni”, Petrelli: “pronti al confronto con l’Anm, chi è per il no difende lo status quo”. Tullio Padovani presidente onorario del comitato.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Presentato ieri, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la sede dell’Unione delle Camere Penali Italiane, il Comitato per il Sì al referendum sulla separazione delle carriere nella magistratura, promosso dall’UCPI per sostenere una riforma definita “storica” e “attesa da oltre trent’anni”, “volta a garantire una giustizia realmente imparziale, autonoma e rispettosa delle libertà dei cittadini”.

Il Comitato “Camere Penali per il Sì” – il cui simbolo si presenta su fondo blu con la scritta “Vota Sì, è giusto” – nasce con l’obiettivo di promuovere, in vista del referendum costituzionale, una campagna di informazione pubblica sulle ragioni del Sì: una riforma che, per i promotori, “non indebolisce l’autonomia del pubblico ministero, ma rafforza il Giudice, restituendo equilibrio, fiducia e credibilità alla giustizia nel suo complesso”. “Siamo pronti al confronto con l’ANM e con chiunque sostenga le ragioni del No – ha dichiarato Francesco Petrelli, presidente del comitato referendario e dell’Unione delle Camere Penali Italiane –. Difendere il No significa difendere lo status quo, un sistema che ha smarrito equilibrio e perso la fiducia dei cittadini. Noi auspichiamo una riforma di civiltà: perché chi giudica deve essere distinto chi da accusa e da chi difende. È un principio elementare, che dovrebbe essere condiviso da tutti”.

“Con il sorteggio al CSM – ha aggiunto Rinaldo Romanelli, segretario UCPI – vogliamo una magistratura finalmente libera dal correntismo e lontana dalla politica. Chi oggi si oppone vuole mantenere un sistema che si fonda su logiche di appartenenza piuttosto che sul merito, e che in questi anni ha drammaticamente dimostrato i suoi effetti disastrosi. Questa riforma avrà benefici per tutti i cittadini”. “Nel 2017 – ha concluso Beniamino Migliucci, presidente della Fondazione dell’Unione delle Camere Penali – siamo scesi nelle piazze e nelle strade e abbiamo raccolto oltre 72mila firme di cittadini per promuovere la separazione delle carriere, una riforma allora accantonata perché osteggiata da parte della magistratura. Oggi, grazie a quell’impegno, siamo riusciti a riportare questo tema al centro dell’agenda politica e civile del Paese. Ritorneremo nelle piazze e nelle strade per informare i cittadini sulle ragioni di una riforma che è nel loro interesse e soprattutto non è una riforma di destra o di sinistra, è figlia dell’Unione”.

La Presidenza onoraria del Comitato è stata affidata alla riconosciuta autorevolezza e alle indiscusse competenze dell’Avvocato e Professore Tullio Padovani, accademico dei Lincei, da sempre convinto della necessità della separazione delle carriere per l’effettiva attuazione del giusto processo. Durante la conferenza è stato presentato anche il simbolo del Comitato e il “Decalogo del Sì”, che sintetizza le dieci ragioni della riforma. Il documento richiama i principi di una “giustizia libera, terza e credibile, fondata sull’indipendenza del giudice, sulla distinzione dei ruoli e sulla trasparenza delle istituzioni. Un manifesto civile che ribadisce come la separazione delle carriere non divida, ma rafforzi la giustizia, restituendo equilibrio e fiducia ai cittadini”.

Al Comitato hanno già aderito numerose realtà del mondo del diritto, della cultura e della società civile, tra cui l’Organismo Congressuale Forense, l’Unione Nazionale delle Camere Civili, Nessuno tocchi Caino, la Fondazione Enzo Tortora, i Radicali Italiani, Extrema Ratio, Italiastatodidiritto, Rete Forense, Europa Radicale e altre associazioni che nelle prossime settimane ufficializzeranno la propria partecipazione alla campagna referendaria. Sempre ieri mattina il centrodestra ha depositato in Corte di Cassazione le 78 firme raccolte per il referendum confermativo. A depositare le firme insieme ai delegati Marcello Pera (Fdi), Pierantonio Zanettin (Fi) ed Erika Stefani (Lega) anche il capogruppo azzurro a Palazzo Madama Maurizio Gasparri e quello di Fdi Lucio Malan. Anche Pd, M5S e Avs, in Senato, hanno raggiunto quota 41 firme, soglia necessaria per poter attivare l’iter del referendum. C’è tempo fino a venerdì per raccogliere le sottoscrizioni, ma non è escluso che già oggi, al raggiungimento della soglia anche alla Camera, le firme vengono depositate a piazza Cavour.

l'Unità

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