Vertice del centrodestra a Palazzo Chigi: al centro del delicato confronto la successione di Zaia

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Vertice del centrodestra a Palazzo Chigi: al centro del delicato confronto la successione di Zaia

Vertice del centrodestra a Palazzo Chigi: al centro del delicato confronto la successione di Zaia

16 lug 2025

Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi si incontrano in vista delle regionali in Veneto: il governatore non può ricandidarsi per un terzo mandato e ora i partiti alleati di governo devono affrontare la difficile questione di convergere su un candidato che metta d’accordo tutti per il dopo Zaia
Il centrodestra cerca un candidato governatore comune per la successione a Luca Zaia in Veneto

Il centrodestra cerca un candidato governatore comune per la successione a Luca Zaia in Veneto

Venezia, 16 luglio 2025 – Oggi alle 13.30, in una sala riservata di Palazzo Chigi, il centrodestra si siede attorno a un tavolo che potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase nei delicati equilibri della coalizione. L’incontro fra Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi — ufficialmente per pianificare la strategia in vista delle Regionali 2025 — avrà come primo vero banco di prova la questione veneta, con la successione a Luca Zaia al centro del confronto.

I nodi politici del dopo Zaia

Il presidente del Veneto, eletto per due mandati e sostenuto da un largo consenso trasversale, non può ricandidarsi per un terzo mandato. Ma proprio questo “vuoto” apre un fronte potenzialmente divisivo tra i partiti del centrodestra. La Lega di Salvini rivendica con forza la continuità, forte di un radicamento consolidato nel territorio e di una classe dirigente che governa la Regione ininterrottamente dal 2010. Dall’altro lato, Fratelli d’Italia, partito della premier, punta a capitalizzare la crescita nazionale e potrebbe ambire a proporre un nome alternativo. Anche Forza Italia, nelle scorse settimane, si è espressa più volte a favore dell'ipotesi che vede l'ex sindaco di Verona Flavio Tosi nella rosa dei candidabili graditi agli azzurri.

Il “modello Veneto” e il peso simbolico della Regione

Il Veneto non è solo una delle Regioni economicamente più rilevanti d’Italia, ma è anche un simbolo di buon governo e di identità politica per la Lega. Salvini lo ha detto senza mezzi termini: "La Lega ha 161 sindaci, oltre mille amministratori locali. Il Veneto è un esempio riconosciuto anche in Europa”. In questa chiave si comprende l’irritualità – ma anche il valore politico – dell’incontro lampo avvenuto ieri tra Salvini e Luca Zaia, nell’androne di Palazzo Balbi, a margine della presentazione delle medaglie olimpiche di Milano-Cortina 2026. Cinque minuti appena ma tanto è bastato perché il leader della Lega rilanciasse: “Luca potrebbe fare qualsiasi cosa, lo vedrei bene anche con un ruolo nel governo nazionale”. Un passaggio che suona come una proposta di “promozione” romana per Zaia, nel tentativo di preservare l’unità del partito e allo stesso tempo aprire il campo a un nuovo nome, sempre di area leghista, per la guida della Regione.

Sardone: “La presidenza spetta alla Lega"

Il messaggio del Carroccio è stato ribadito senza ambiguità anche dalla vice di Salvini, l’europarlamentare Silvia Sardone: “Noi avremmo voluto il terzo mandato, figuriamoci se vogliamo cambiare il governo di una Regione che è stata così palesemente riconfermata. In un’ottica di coalizione, se non dovesse essere Zaia, è ovvio che la Lega rivendichi la presidenza del Veneto. Sono i cittadini ad averlo fatto, e lo hanno fatto con i numeri”. Il vertice odierno non porterà necessariamente a decisioni definitive, ma rappresenta un primo passaggio strategico per definire criteri, metodi e priorità nella scelta dei candidati. Ed è evidente che il caso Veneto sarà il paradigma attraverso cui leggere le dinamiche future della coalizione.

İl Resto Del Carlino

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