Educazione sessuale, 8 giovani su 10 provano disagio con genitori e prof. e chiedono più formazione

Parlare di sesso con gli adulti è ancora un tabù: sarebbe molto meglio farlo con chi ha le competenze potrebbe fare la differenza. Gli adolescenti chiedono, perciò, un’educazione sessuale che sappia rivolgersi a tutti, rispettando la privacy e la diversità di ciascuno. Vogliono un percorso su misura, da svolgere tra le “mura amiche” della scuola, ma affidato a un consulente specializzato esterno, per superare l’imbarazzo che spesso accompagna il confronto con genitori o insegnanti. Preferibilmente iniziando sin dalle scuole medie.
Non a caso, 8 giovani su 10 desiderano discutere di questi temi con un esperto in uno spazio sicuro, così da poter parlare liberamente di una fase della vita che per molti di loropuò iniziare già dalla preadolescenza. Così, circa 1 su 3 vorrebbe farli diventare oggetto di discussione a partire da subito dopo le scuole elementari.A segnalare queste esigenze è una recente indagine condotta da Skuola.net per la Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS) che si sofferma anche sul bisognocrescente delle ragazze e dei ragazzi di avere un’educazione sessuale più inclusiva, personalizzata e strutturata, attenta anche agli aspetti affettivi e relazionali, così come
richiesto da studentesse e studenti.
I risultati mostrano un forte interesse per temi come l'anatomia, la contraccezione, le infezioni sessualmente trasmissibili e i rischi connessi alla sessualità, ma anche un certo disagio a parlarne con genitori e insegnanti. Il sondaggio mette in luce, in generale, la necessità di un'educazione sessuale più inclusiva, personalizzata e strutturata nelle scuole italiane, con un’attenzione agli aspetti affettivi e relazionali. I giovani desiderano un approccio più aperto, dinamico e inclusivo che tenga conto delle diverse esigenze e realtà, con un forte accento sulla privacy. La maggior parte dei ragazzi è interessata a parlare con esperti in educazione sessuale esterni alla scuola (81,4%) e ritiene utile affrontare i temi legati alla sessualità sia con lezioni frontali tradizionali sia attraverso una modalità pratica e interattiva. Molti ritengono che l'educazione sessuale dovrebbe iniziare in età pre-adolescenziale entro i 12 anni (35,1%) o adolescenziale, tra i 12 e i 17 (39,6%), sebbene una parte dei giovani la consideri utile anche prima dei 6.
I primi rapportiCirca un giovane su tre dichiara di aver già avuto rapporti sessuali completi nella fascia di età fino ai 16 anni la percentuale è attorno al 15% con i maschi molto più precoci rispetto alle femmine, in quella dai 17 ai 19, è al 40% e dai 20 ai 22 è al 75%, sempre con valori più alti nei maschi rispetto alle femmine.
Il 71,3% dei giovani si dichiara eterosessuale, il 12,9% bisessuale, il 5,8% pansessuale, il 5,3% asessuale e il 4,7% omosessuale. Il 92,5% dei partecipanti all’indagine presenta congruenza tra sesso biologico e identità di genere mentre il 7,5% manifesta una identità di genere non conforme al proprio sesso biologico.
Temi di maggiore interesseLa masturbazione è un argomento di interesse per circa 8 ragazzi e ragazze su 10, in particolare per gli adolescenti più giovani (11-13 anni) e un poco di più per i maschi rispetto alle femmine (80,7% versus 77,3%), mentre sul tema dei rapporti sessuali, che interessa in modo significativo quasi il 90% del campione, la differenza è a leggero favore delle ragazze (90,7% versus 86,4%). Tra i temi più richiesti per un approfondimento, ritroviamo la comunicazione in ambito sentimentale e sessuale ed il consenso, con una maggiore sensibilità da parte delle femmine, ugualmente a quanto accade riguardo ai temi della gelosia e delle delusioni sentimentali.
I bisogni formativi più urgenti in tema di sessualità, secondo il sondaggio, includono l’anatomia e il funzionamento degli organi genitali. Un'alta percentuale di adolescenti, pari al 85,3%, desidera infatti approfondire quelli femminili e l’80,6% dichiara di volerne sapere “moltissimo”, “molto” o “abbastanza” di quelli maschili.
I cambiamenti del corpo durante l'adolescenza suscitano un grande interesse in tutte le fasce di età sia tra i maschi sia (ancor più) tra le femmine: l’86,1% del campione dichiara di volerne parlare “moltissimo”, “molto” o “abbastanza”. Solo i giovani che si dichiarano asessuali mostrano un interesse minore mentre coloro che si dichiarano omosessuali mostrano l’interesse più elevato.
Il capitolo della violenza sessuale è considerato molto importante dalla maggior parte dei giovani, con una attenzione più accentuata tra le ragazze, i transgender e coloro che hanno un orientamento omosessuale o bisessuale. Anche il cyberbullismo e il grooming sono argomenti di notevole interesse, soprattutto tra i 17 e i 22 anni e tra le persone transgender. Il revenge porn suscita un'attenzione significativa, con un coinvolgimento maggiore tra le giovani donne e i transgender. L'interessamento è elevato verso i consultori familiari e gli specialisti della salute sessuale, soprattutto tra i giovani adulti e le donne.
“Il sondaggio – commenta Salvo Caruso, ginecologo e presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica a proposito dei risultati contenuti nell’indagine – ha messo in evidenza dati molto interessanti sui bisogni che i nostri ragazzi hanno e che spesso vengono ignorati da coloro che dovrebbero pre-occuparsi di sostenere. I risultati ottenuti mostrano un fotogramma della realtà attuale. Dall’altra parte, pregiudizi e paure di strutturare interventi mirati ingessano quelle istituzioni che se ne dovrebbero occupare, molto spesso incapaci di dare risposte adeguate. Uno dei maggiori obiettivi della FISS, attraverso le sue Scuole, è di formare educatori sessuali, professionisti preparati a rispondere ai bisogni dei giovani. I risultati del sondaggio ci indicano non solo i percorsi ma anche i contenuti di cui dovremmo tener conto nel pianificare interventi finalizzati”.
“Tra i dati – osserva Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa, direttrice dell'Istituto di sessuologia clinica di Roma e past president della FISS – emerge una difficoltà di comunicazione sui temi della sessualità nel parlarne con i genitori. Forse l’imbarazzo per gli argomenti o la poca conoscenza di temi così importanti ci deve far riflettere sulla necessità di creare sempre più nelle scuole uno spazio di coinvolgimento anche per le famiglie. Molti progetti lo prevedono e quando si realizza c’è uno scambio molto interessante per gli adulti e gli adolescenti stessi. Sappiamo – sottolinea – che la sola fisiologia o la prevenzione non sono sufficienti a colmare quei dubbi o quell’incertezza che spesso si presentano nella sperimentazione di un primo innamoramento o di una prima attrazione, anche successivamente nella gestione di sentimenti a volte difficili persino per una persona adulta”.
Rai News 24