I giunta devono negoziare i bilanci

Forse col tempo potremo osservare più da vicino l'insolita scena di un Parlamento che interrompe le sue attività a causa della detenzione di una flottiglia di supporto a Gaza. Non per sottovalutare la gravità del conflitto o le preoccupazioni umanitarie, ma piuttosto per contrasto: nessuna sessione è stata sospesa a causa delle migliaia di vittime nella zona. Forse un giorno questa sproporzione ci farà riflettere sugli schemi mentali che dominano la politica catalana. E anche su un ecosistema politico-mediatico spesso catturato dal rumore e dagli estremismi.
Nel frattempo, un Parlamento già noto per la sua inattività ha nuovamente dato l'impressione di immobilismo. In questo contesto, la politica utile dovrebbe fare notizia. Ed è qui che Junts ha un'occasione d'oro: entrare nei negoziati di bilancio per il governo del PSC non come sottomissione, ma come affermazione.
Un accordo intermedio metterebbe in discussione un contesto dominato dal discorso degli estremiIl dibattito politico generale che inizia martedì e, soprattutto, il dibattito sul bilancio che seguirà, sono il momento in cui Junts dovrà decidere se continuare a svolgere il ruolo di voce di protesta o se aspirare a determinare la rotta del Paese. Molti attendono questa alternativa. Una decisione che, tra l'altro, sarebbe necessaria anche da parte socialista.
Il Parlamento, durante il dibattito politico generale del 2024
David Zorrakino - Europa Press / Europa PressE negoziare non significa arrendersi. Si tratta di stabilire un profilo e una credibilità. Junts, come è stato rivelato nel dibattito politico generale, può mettere sul tavolo un pacchetto coerente di condizioni – come tagli fiscali mirati, sostegno ai lavoratori autonomi e all'industria, investimenti territoriali equilibrati ed elementi chiave che promuovano un'agenda nazionale attiva – per affermare il proprio peso politico. E questo, a seconda di come lo interpretano i socialisti, può essere fatto anche quando si discute di bilancio. Non per svelare i conti, ma per dimostrare che senza accordi non c'è un vero governo.
Perché, ancora una volta senza bilancio, la macchina si arenerebbe ulteriormente. Ed è qui che Junts può ricordare che governare significa anche saper negoziare. Questo costringerebbe il PSC del presidente Illa a rimboccarsi le maniche. Sarebbe difficile non ricambiare fin dall'inizio, data la sua retorica e il posizionamento dei suoi partner di investimento.
Optare per un accordo di medio livello può sembrare rischioso in un contesto abituato al predominio discorsivo degli estremisti, ma potrebbe essere la mossa che salva una parte dell'azione politica che manca al Paese reale.
Perché se c'è una cosa che è diventata chiara, è che i gesti non possono sostituire i risultati. Che lo sciopero simbolico in Parlamento non maschera la paralisi di un Paese. E che, come Sisifo che spinge eternamente il masso su per la montagna, la politica catalana sembra destinata a ripetere sforzi infruttuosi, ma non c'è bisogno di rassegnarsi. Forse è giunto il momento che qualcuno lasci il masso in cima, anche solo per il bene del bilancio. Forse Junts. Forse il PSC. Forse entrambi. Ci daranno qualche indizio sul fatto che questo sia possibile o pura utopia, questa settimana in un Parlamento teoricamente in piena attività.
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