Scoppia la disputa interna libertaria per una dichiarazione islamofoba: la rabbia e le tensioni di Sharif Menem con Santiago Caputo

Una nuova polemica sta scuotendo il cuore del partito al potere. Questa volta non si tratta della direzione economica o delle riforme politiche, ma di un messaggio islamofobo pubblicato da un funzionario di La Libertad Avanza . Lucas "Sagaz" Luna, direttore di Intercargo e vicino a Santiago Caputo , ha acceso la miccia con un post sul social network X: "Non odiamo abbastanza l'Islam", accompagnato da un violento video che mostra i cristiani perseguitati dagli estremisti in Nigeria.
La frase, che imitava lo stile provocatorio di Javier Milei , scatenò un'ondata di condanne e mise in luce una nuova frattura nel movimento libertario. Il primo a reagire fu Federico Sharif Menem , leader del movimento giovanile nazionale LLA e figlioccio politico di Karina Milei . "Cancellalo, stronzo", scrisse direttamente, visibilmente offeso dalle origini arabe di Milei e dalla natura incendiaria del messaggio.
Luna, noto per la sua attività provocatoria sui social media e il suo stile conflittuale, ha già suscitato polemiche in passato. Nel 2023, è stato rimosso da una pre-candidatura per il partito Parlasur dallo stesso Milei per aver insultato Franco Rinaldi con commenti discriminatori. Sul suo profilo social, si presenta come "Super Agente Speciale per le Questioni Importanti", sebbene il governo eviti di menzionarlo pubblicamente.
Nonostante avesse guidato comizi di partito in periferia e si fosse presentato come parte dell'entourage di Caputo, la sua presenza divenne un peso per settori del partito al governo che chiedevano maggiore disciplina e controllo. Questa volta, il post non solo mise a dura prova i rapporti tra Caputo e Karina Milei, ma esasperò ancora una volta la rivalità tra i "twitterer" e quelli "territoriali".
Lo scontro tra Luna e Menem ha riacceso la covata disputa tra le fazioni politiche. Settimane fa, i due si erano incontrati d'urgenza per cercare di pacificare una disputa interna che si era già inasprita con la rimozione dei leader, attacchi online e scontri per il controllo territoriale della provincia di Buenos Aires.
La disputa digitale è guidata da account affiliati a Caputo, come quello di Daniel Parisini (alias "Gordo Dan"), mentre il settore di Karina ha una propria struttura territoriale e militante. La recente partenza del direttore del PAMI a Junín, legato a Sebastián Pareja di Karina, è un altro segnale che le tensioni sono andate oltre la retorica.
La deputata nazionale Lilia Lemoine si è unita alla polemica, condividendo lo stesso video pubblicato da Luna, seppur con un messaggio più misurato. Nella sua analisi, ha evitato di replicare il tono islamofobo e ha preso di mira i regimi autoritari: "Forse perché il cristianesimo rafforza l'individuo e respinge il controllo dittatoriale".
Il fottuto Islam si sta diffondendo. La Nigeria è un disastro da questo punto di vista; è già il turno dei progressisti in Europa.
— Javier Milei dos Santos Aveiro ?? (@JavierMileiDSA) 7 giugno 2025
Quando un utente ha risposto con insulti all'Islam, Lemoine è stata chiara: "L'Islam ha bisogno di riforme, ma odiarlo è ciò che il terrorismo cerca. Non cascateci". La sua risposta ha segnato un netto distacco dal tono incendiario del post originale, pur riflettendo l'interesse del partito al governo a sfruttare i conflitti religiosi e culturali per assicurarsi la lealtà della propria base.
Il post di Luna arriva mentre Milei è in tournée internazionale, con visite chiave in Israele, aggiungendo una tragica ironia alla situazione. La mancanza di una risposta istituzionale a un esplicito discorso d'odio non solo mette in luce la mancanza di controllo nella comunicazione ufficiale, ma anche la difficile coesistenza tra linee interne che sembrano avere i propri interessi.
Nel frattempo, le tensioni tra il settore digitale e quello politico del Paese stanno aumentando. Quello che è iniziato come un esperimento destabilizzante ora rischia di sfociare in fratture irreversibili che mettono a repentaglio la coesione del partito al governo in vista delle elezioni di settembre e ottobre.
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