Il lusso al bivio: le maggiori sfide del settore dopo la pandemia

L'industria dei beni di lusso non potrà evitare un calo delle vendite quest'anno. Rispetto al 2024, perderà almeno il 2%, e forse anche il 9%, del suo fatturato, riporta Rzeczpospolita di lunedì.
Citando un'analisi di Bain & Co., il quotidiano riporta che il segmento del commercio al dettaglio di lusso, che genera un fatturato annuo di 1,5 trilioni di euro in tutto il mondo, sta affrontando il suo primo rallentamento dalla crisi finanziaria globale del 2008-2009 (esclusa la temporanea interruzione causata dalla pandemia di COVID-19).
Il mercato dei beni di lusso subirà probabilmente un rallentamento nel 2025. Lo scenario più realistico è un calo delle vendite annuo del 2-5%. È possibile anche un risultato più moderato, sebbene meno probabile, che va da un leggero calo del 2% a una crescita del 2%. Lo scenario peggiore ipotizza un rallentamento più lungo e una contrazione del mercato fino al 5-9%, sebbene anche questo scenario sia considerato improbabile, secondo il quotidiano.
"Sebbene la domanda a breve termine si sia in qualche modo indebolita, il mercato dei beni di lusso continua a dimostrare una resilienza eccezionale, trainato dalla crescita della base di consumatori globali e da motivazioni emotive profondamente radicate", sottolinea Katarzyna Wal, junior partner di Bain & Company, citata da Rzeczpospolita.
Sottolinea che, a prescindere dall'età, i consumatori desiderano ancora premiarsi, ambire al prestigio e celebrare il successo. "Sono questi i fattori che mantengono forte il ruolo del lusso nelle scelte quotidiane delle persone. Di fronte a un contesto sempre più complesso, i marchi del lusso stanno entrando in una nuova fase di sviluppo", aggiunge. (PAP)
pad/ jpn/

bankier.pl