Il paradosso del lavoro a distanza: un nuovo fenomeno inizia a preoccupare i datori di lavoro
La situazione è completamente diversa quando si parla di benessere nel senso più ampio del termine. Il tasso è più basso per i lavoratori da remoto (il 36% degli intervistati) rispetto ai lavoratori ibridi (42%) e ai lavoratori stazionari che possono lavorare da remoto (42%).
Allo stesso tempo, gli esperti notano che le persone costrette a lavorare in un ambiente stazionario si sentono ancora peggio rispetto ai lavoratori da remoto. Nel loro caso l'indice di benessere è del 30 percento.
I lavoratori da remoto avevano maggiori probabilità rispetto agli altri gruppi di dichiarare di sentirsi arrabbiati, tristi e soli mentre lavoravano. Il 45% dei lavoratori da remoto e il 46% dei lavoratori ibridi hanno dichiarato di aver sperimentato stress il giorno precedente. Per fare un paragone, per i lavoratori in loco che erano in grado di lavorare e quelli che non lo erano, le percentuali erano rispettivamente del 39 e del 38 percento.
Le ragioni del “paradosso del lavoro a distanza”Quali sono le cause del “paradosso del lavoro a distanza”? Gli autori del rapporto hanno sottolineato tre fattori. In primo luogo, a causa della mancanza di contatto quotidiano con i colleghi, la distanza fisica provoca una distanza mentale. Gli esperti sottolineano che attività come consumare i pasti insieme hanno un impatto positivo sul benessere tanto quanto uno stipendio soddisfacente.
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In secondo luogo, organizzare autonomamente il proprio lavoro può causare stress. Ciò è dimostrato dai tassi di stress più elevati tra i lavoratori da remoto e ibridi.
In terzo luogo, anche l'uso delle tecnologie può rivelarsi problematico, poiché anziché semplificare il lavoro, a volte lo complicano. La fluidità del lavoro è compromessa anche dalla mancanza di accesso ad alcuni strumenti, che colpisce molte persone che lavorano da remoto.
RP