La generazione Z è penalizzata dallo stress sul lavoro. I giovani preferiscono una soluzione comoda
Sono queste alcune delle conclusioni a cui sono giunti gli esperti di Randstad nel loro rapporto intitolato “Workmonitor Pulse”. L'indagine internazionale è stata condotta tra il 28 marzo e il 9 aprile 2025 su un campione di 5.250 residenti economicamente attivi in Australia, Germania, Italia, Giappone, Polonia, Stati Uniti e Regno Unito, di età compresa tra 18 e 67 anni.
La Generazione Z non vuole stress sul lavoroA livello globale, ben il 60 percento degli intervistati ha affermato che preferirebbe una posizione meno stressante rispetto a uno stipendio più alto, mentre ben il 40 percento ha affermato di aver già preso questa decisione. È stata notata una forte preferenza in questa direzione in tutte le fasce d'età e in tutti i gruppi professionali. Ciò vale soprattutto per i lavoratori da remoto: ben il 67 percento di loro preferisce un lavoro più tranquillo, anche se meno retribuito.
Per quanto riguarda le preferenze in determinate fasce d'età, i millennials, ovvero i trentenni e i quarantenni di oggi, sono i più disposti a rinunciare a uno stipendio migliore: lo ha ammesso il 63 percento di loro. La stessa convinzione è stata espressa da un numero leggermente inferiore di persone, ovvero dal 61 percento della Generazione X o, per dirla in parole povere, dagli attuali cinquantenni. La stessa risposta è stata data dal 57 percento dei rappresentanti della Generazione Z , considerata la generazione che ha più a cuore il proprio benessere mentale.
Vale la pena sottolineare, tuttavia, che sono stati gli intervistati della Generazione Z ad ammettere più spesso di aver già deciso di accettare un lavoro meno retribuito in cambio di pace e di un equilibrio tra lavoro e vita privata: questa è stata la risposta del 44 percento degli intervistati. Come potete vedere, "Zetki" è un gruppo che non si limita alle dichiarazioni, ma è pronto a trasformarle in azioni. Una decisione simile è stata presa dal 41 percento dei millennials, dal 38 percento della generazione X e dal 34 percento dei baby boomer.
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Gli autori del rapporto sottolineano che i lavoratori polacchi si distinguono dagli intervistati di altri Paesi per quanto riguarda queste scelte. Il 46 percento dei polacchi ha ammesso di accettare uno stipendio più basso per evitare stress. La percentuale più bassa di tali risposte, il 34%, è stata fornita da italiani.
Anche i giapponesi sognano una soluzione del genere, magari cambiando lentamente l'immagine stereotipata del dipendente penitenziario. Ben il 72 percento di loro ha dichiarato di essere disposto ad accettare una posizione meno retribuita ma meno stressante. Per ottenere maggiore flessibilità nella propria vita, il 44 percento dei giapponesi ha già accettato tali condizioni di lavoro.
RP