I tassi di edilizia popolare in Portogallo rivelano un disinvestimento cronico

"Allo stesso tempo, il patrimonio edilizio esistente sta invecchiando e degradandosi, contribuendo a situazioni di povertà energetica e condizioni abitative indegne, che stanno aumentando", si legge in un documento preparato dall'ISCTE - Instituto Universitário de Lisboa, intitolato "Lo stato della nazione e le politiche pubbliche 2025".
Nel capitolo dedicato all'abitazione, scritto da Joana Pestana Lages, si nota che, dei quasi sei milioni di abitazioni censite nel 2021, solo il 70% è assegnato alla residenza abituale e il confronto tra il numero di abitazioni e il numero di nuclei familiari rivela un surplus di circa 1,8 milioni di abitazioni.
"Ci sono molte più case che famiglie, ma l'apparente eccesso di offerta non si traduce in una maggiore accessibilità o in diritti abitativi garantiti. Al contrario, la distribuzione disomogenea sul territorio nazionale, l'abbandono e la destinazione ad altri usi rendono difficile la mobilitazione", afferma il ricercatore.
Fenomeni come la "finanziarizzazione degli alloggi", insieme alla "gentrificazione e alla turisticizzazione" dei centri urbani, hanno "esacerbato l'esclusione residenziale" e messo in luce "interessi contrastanti", che contribuiscono ben poco a trovare soluzioni, sostiene.
"Nel frattempo, il 76% dei giovani tra i 20 e i 29 anni vive con i genitori, i quartieri poveri stanno ricomparendo alla periferia di Lisbona, rendendo il Portogallo il Paese con l'accesso più difficile agli alloggi tra i 30 Paesi OCSE per i quali sono disponibili dati", si legge nel documento, composto da 16 saggi e da cui è nato un libro che verrà presentato oggi.
Si tratta di "un problema complesso" che, secondo l'esperto, richiede soluzioni trasformative, "non semplicemente temporanee".
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