Alcune implicazioni pratiche del riconoscimento dello Stato di Palestina

Affinché un territorio diventi uno Stato, deve soddisfare determinati criteri, stabiliti in un trattato internazionale del 1933, come avere una popolazione permanente, confini territoriali definiti, un governo efficace e un'organizzazione che garantisca i diritti fondamentali e la separazione dei poteri. La Palestina ha una popolazione permanente e un organismo che amministra parte della Cisgiordania e rappresenta i palestinesi – l'Autorità Nazionale Palestinese – ma non ha, ad esempio, confini concordati a livello internazionale.
Tiago André Lopes, professore di Relazioni Internazionali all'Università Lusíada di Porto, sottolinea tuttavia a Euronews che una cosa sono i criteri per la creazione di uno Stato, un'altra è il processo di riconoscimento di tale Stato.
"Ci sono stati riconosciuti per le loro implicazioni politiche, diplomatiche e legali, ma che non hanno né confini né un governo chiaro. Spesso non è chiaro se siano vitali e sostenibili. Si tratta di due dimensioni distinte", spiega.
"Il riconoscimento è uno dei poteri sovrani degli Stati, ed è un potere unilaterale. Qualsiasi Stato al mondo può riconoscere o revocare il riconoscimento di qualsiasi Stato al mondo. Nel caso della Palestina, il territorio esiste. La Risoluzione 242 del 1967 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è molto chiara riguardo al territorio che comprenderà lo Stato di Palestina. Pertanto, il territorio esiste; è, in questo momento, sotto occupazione", aggiunge l'esperto.
Sebbene sia chiaro che il riconoscimento dello Stato di Palestina sia più simbolico che pratico, ci sono alcune implicazioni. Una di queste riguarda il rilascio dei visti. Mentre in precedenza il Portogallo doveva rilasciare un visto a un palestinese tramite Israele, ora può farlo tramite l'Autorità Nazionale Palestinese. Euronews ricorda il caso di un palestinese di 23 anni a cui è stato impedito di iniziare gli studi in Portogallo perché, per ottenere un visto per studenti, Tarek Al-Farra avrebbe dovuto recarsi a Ramallah, in Cisgiordania. Il problema: il giovane non può lasciare la Striscia di Gaza.
C'è anche un effetto pratico considerevole a livello di diritto internazionale, sottolinea Tiago André Lopes: "Dal momento in cui riconosciamo la Palestina, in base alla risoluzione 242, il territorio della Palestina è considerato territorio sotto occupazione e cose semplici come se Israele cercasse di rivendicare, con azioni violente in un territorio che non è suo, il diritto, ad esempio, all'autodifesa, è più facile per il Portogallo dire che questo diritto non si applica".

