Dopo il disaccordo con Bukele, il Ministero degli Affari Esteri chiarisce che l'aereo carico di droga non è partito da El Salvador.

CITTÀ DEL MESSICO (apro).- In una lettera indirizzata all'ambasciata salvadoregna in Messico, il Ministero degli Esteri ha dichiarato al governo di Nayib Bukele che "non ci sono prove" che l'aereo carico di 427 chili di cocaina intercettato il 3 luglio a Tecomán, Colima, provenisse da El Salvador, né che "qualsiasi persona di quel Paese sia collegata all'incidente".
"Apprezziamo il chiarimento", ha affermato Bukele sui social media, dove ha pubblicato la lettera del Sottosegretario per l'America Latina e i Caraibi del Ministero degli Esteri.
Con ciò, concluse la controversia che lo contrapponeva al Segretario alla Sicurezza e alla Protezione dei Cittadini, Omar García Harfuch, che l'8 luglio aveva dichiarato che l'aereo era partito dal Paese centroamericano. Bukele negò e convocò il suo ambasciatore in Messico affinché consegnasse una "nota verbale" al governo messicano il giorno successivo.
Nella lettera, il Ministero degli Esteri ha citato i "chiarimenti" pubblicati da García Harfuch sui social media, in cui ha riferito che i tre detenuti sono cittadini messicani e che l'aereo è stato individuato "a 200 chilometri a sud di San Salvador, El Salvador".
"Il Ministero (degli Affari Esteri) si rammarica per gli eventi dell'8 luglio e dichiara che non vi sono prove che il volo di detto velivolo sia partito da El Salvador, né che alcuna persona di quel Paese sia collegata all'incidente."
Apprezziamo il chiarimento.
Ci auguriamo che i media e i giornalisti che hanno riportato questa notizia pubblichino una correzione corrispondente. pic.twitter.com/OKHYLCryhn
— Nayib Bukele (@nayibbukele) 11 luglio 2025
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