Banco Bpm ricorre contro la Consob udienza fissata il 10 giugno

Milano – Sul risiko bancario è iniziata la fase della battaglia legale. Dopo la decisione della Consob di concedere un mese di tempo in più a Unicredit nell’Ops su Banco Bpm, per chiarire meglio i paletti posti dal Golden power del 18 aprile, la banca guidata da Giuseppe Castagna ha deciso di appellarsi al Tar. E già venerdì scorso la banca di Piazza Meda aveva presentato un ricorso al giudice monocratico per rappresentare la massima urgenza. Ma questo è stato respinto e ora è stato deciso che il Tar del Lazio discuterà il prossimo 10 giugno il ricorso di Banco Bpm per ottenere la sospensiva della delibera Consob che ha congelato per 30 giorni l'offerta di Unicredit sull'istituto di Piazza Meda. Il ricorso al giudice monocratico, viene fatto notare da Piazza Meda, è uno step procedurale normale per arrivare alla trattazione collegiale alla prima camera di consiglio disponibile, che è appunto quella del 10 giugno. Nel decreto di fissazione dell'udienza il Tar ha ordinato alla Consob di depositare tutti gli atti e i documenti in base ai quali la delibera impugnata risulta essere stata adottata.
Ma anche dalle parti di piazza Gae Aulenti si sente il fruscio delle carte bollate. Il team dei legali guidato da Rita Izzo ha deciso di rompere gli indugi e ricorrere al Tar del Lazio contro il Dpcm del 18 aprile che ha messo vincoli molto stringenti alla ipotetica fusione tra Unicredit e Banco Bpm. L’obbiettivo sarebbe quello di far riconoscere che non c’erano proprio i presupposti per un esercizio dei poteri speciali in materia di sicurezza nazionale, visto che le due banche oggetto della fusione sono entrambe italiane. E, se il Tar non fosse d’accordo con questa interpretazione quantomeno potrebbe esserci la possibilità di correggere le prescrizioni imposte, come quelle sul mantenimento dei titoli di Stato italiani nel portafoglio clienti di Anima e il mantenimento del rapporto depositi su impieghi allo stesso livello di quello della banca acquisita.
Unicredit nel suo ricorso potrebbe chiedere una procedura accelerata per ottenere un primo giudizio entro un mese, in tempo per la chiusura dell’Ops che ora è slittata al 23 luglio. Ma poi ci sarà la possibilità per il governo di impugnare la decisione e andare al Consiglio di Stato.
Nel frattempo, entro il 19 giugno, dovrebbe arrivare l’autorizzazione dell’antitrust Ue sulla concentrazione degli sportelli delle due banche e contemporaneamente dovrà rispondere alla richiesta dell’Agcm italiana di avocare la pratica. Se la pratica verrà mantenuta in sede europea allora la DgComp potrebbe anche esprimersi nel merito del Golden power, cioé dire se a suo parere il provvedimento del 18 aprile rientra nell’ambito della sicurezza nazionale oppure no. Se non lo fosse potrebbe anche revocarlo o correggerlo con un provvedimento immediatamente esecutivo.
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