Vendite su Unipol, conti sopra attese ma il settore paga taglio guidance di Munich Re

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Una semestrale per gli analisti «più forte delle attese» non basta a Unipol che soffre a Piazza Affari, come tutto il comparto assicurativo (Generali), dopo il taglio dei target da parte di Munich Re . A spingere i conti del gruppo italiano, però, è anche il risiko bancario. Unipol, infatti, nel primo semestre ha registrato un utile netto consolidato pari a 743 milioni (+17,6% rispetto allo stesso periodo 2024) includendo il contributo delle partecipate Banca Pop Er e Banca Pop Sondr. La raccolta diretta assicurativa è a 9,171 miliardi, in crescita del 12,3%. Quella nel comparto Danni si attesta a 4,788 miliardi (+4,5%), nel Vita a 4,383 miliardi (+22,3%), con un indice di solvibilità al 222% (dal 212% di fine 2024).
Si tratta, spiegano gli esperti di Intermonte, di numeri in linea con le loro stime e leggermente superiori al consensus: «Tutto lascia presagire un forte 2025 che migliorerà ulteriormente la visibilità sugli obiettivi del piano triennale, che consideriamo conservativi con un buon margine di miglioramento, non da ultimo in termini di politica di distribuzione dei dividendi». Anche Equita parla di risultati nel secondo trimestre «più forti delle attese grazie, principalmente per una più forte performance nei segmenti Life e Altro». Il settore “Altre attività” è dove confluiscono diverse business collaterali, dagli alberghi di Una alla rete di poliambulatori Santagostino.
Numeri che, però, non bastano a sostenere il titolo Unipol, visto che il settore nella prima parte di seduta appare “zavorrato” dalle decisioni di Munich Re che ha rivisto al ribasso le previsioni annue sui ricavi assicurativi a causa dell'andamento del business e dei tassi di cambio (anche se ha confermato le stime sugli utili). Taglio di alcuni target che mostra come il comparto assicurativo non sia immune alle tensioni che si stanno registrano sui mercati, dovute, tra le altre cose, a incertezze geopolitiche, dazi e dinamiche inflattive. Da qui le vendite anche sulle altre big europee, dalla svizzera Helvetia Insurance ad Axa, passando per Zurich Insurance Group Ag e Allianz.
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