Sanchez: «La Sessana è terzultima in classifica ma ha la migliore difesa del campionato: dovremo giocare una partita di altissimo livello.»

Alla vigilia della sfida con la Sessana, Carlo Sanchez torna sulla rocambolesca vittoria contro il Quarto, difende il percorso dei suoi e spiega perché non si può pretendere di vincere sempre 4-0. Il tecnico del Real Forio sottolinea la forza del gruppo, la condizione fisica e il lavoro psicologico sullo spogliatoio, avverte sulle insidie di una Sessana dal miglior reparto difensivo del torneo e rende omaggio alla “fame” dei suoi giocatori
Mister Sanchez, partiamo dalle note più discusse dell’ultima gara. Dopo il 6-4 contro il Quarto in molti hanno sottolineato la mancanza di Peppe Mattera e, guardando allo svolgimento della partita, l’impressione è che al Quarto sia stato concesso forse troppo. Lei come la vede?“Stavolta non sono assolutamente d’accordo, né sulla mancanza di Peppe né sul discorso che abbiamo concesso troppo. Può capitare che un giocatore venga squalificato e salti una partita, fa parte del gioco. E sarebbe anche una mancanza di rispetto verso chi è sceso in campo al suo posto, perché a mio avviso ha disputato una buona gara. Il Quarto è una buona squadra, la partita è stata confusionaria e strana, questo sì. I quattro gol subiti possono dare fastidio, ma se ne fai sei non è mai facile. L’aspetto fondamentale è che abbiamo vinto, abbiamo portato a casa un’altra partita. È chiaro che ci sono stati errori, lo sappiamo benissimo, ma personalmente mi auguro di vincere 25 gare 6-4 alla fine del campionato”.
Naturalmente l’augurio è condiviso, l’idea è che il Forio possa continuare a rimontare, vincere e mantenere questa striscia positiva. Però restare solo a dirci che siamo belli, buoni e bravi serve fino a un certo punto. La squadra ha dimostrato la propria superiorità arrivando a segnare addirittura al novantottesimo, segno che mentalmente è presente. È anche vero che il Quarto ha disputato la partita della vita: affrontava la capolista, una squadra isolana come il Real Forio, e questo ha sicuramente dato motivazioni extra. Guardando però in casa nostra, qualche nervosismo e qualche scelta sbagliata ci sono stati, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di una rimonta così importante. Alla fine va riconosciuto che il Forio ha compiuto una grande rimonta, ma per non limitarci al “siamo bravi” era giusto provare a capire qualcosa di più sulla gestione della gara.“Io sono d’accordo, anche perché è il vostro compito analizzare e giudicare le situazioni. Nel calcio, però, succede sempre così: vinci 1-0 e vieni criticato perché hai rischiato di pareggiare; vinci 6-4 e non va bene perché hai preso quattro gol e hai sofferto fino alla fine. Resta il fatto che hai vinto 6-4. Parlando di Bacoli e di Quarto, il succo è che le partite sono tutte difficili. Se qualcuno immagina che questa squadra vada in campo e vinca tutte le gare 4-0, allora io non sono l’allenatore adatto e la squadra non è quella adatta a vincere tutte le domeniche 4-0. Le gare sono complicate.
Noi non abbiamo mai detto di essere belli e perfetti, stiamo facendo un grande percorso: siamo primi in classifica, abbiamo collezionato nove vittorie e due pareggi in campionato, tre vittorie e un pareggio in Coppa Italia passando due turni contro una squadra che oggi ha 12 punti meno di noi in classifica. Il Quarto ha giocato una buona partita, è una squadra vivace, di qualità, che gioca benissimo a calcio e ci ha messo in difficoltà. Paradossalmente, prima del loro gol abbiamo avuto due occasioni pulite: un mezzo gol annullato per un fuorigioco che dalle immagini non so quanto sia netto e, al decimo minuto, l’opportunità su palla inattiva con Serrano che ha sfiorato la rete del vantaggio. Poi abbiamo commesso un errore, siamo andati sotto ma l’abbiamo recuperata. Dal sessantesimo in poi la squadra ha preso il pallino del gioco, ha dominato grazie anche alla nostra condizione fisica nettamente migliore.
Su questo va dato grande merito a Pierangelo Pesce e a tutto il gruppo di lavoro che ho con me. Abbiamo vinto 6-4, i ragazzi sanno che ci sono stati errori, ma non andrei troppo per il sottile. Le critiche vanno fatte anche quando si vince, e io sono il primo a fare autocritica in caso di successo. Figuriamoci se avessimo perso 4-0. Ognuno vede il calcio a modo suo, quattro gol subiti sono tanti, ma sei segnati sono tantissimi”.
Ci tenevo a chiarire che la mia non voleva essere una critica fine a se stessa, né la ricerca del pelo nell’uovo. L’obiettivo era provare a leggere insieme a lei la dinamica di una partita con dieci reti, evento raro in questi campionati. Anche per non ripeterci e per non essere banali nelle analisi: è la nostra undicesima conferenza pre-gara e il Forio sta disputando un campionato da sogno, con cinque punti di vantaggio sulla seconda e una semifinale di Coppa Italia alla portata, da conquistare sul campo. Era solo per dare un senso più profondo all’analisi e capire meglio cosa non ha funzionato del tutto.“Ho capito perfettamente lo spirito. Ed è giusto così. Io per primo non amo prendere gol, è inutile girarci intorno. Qualche anno nella mia carriera ho avuto numeri importanti: ad Agropoli, per esempio, ho disputato otto partite senza subire reti. Quindi so bene cosa significa essere solidi. Però esistono gare particolari. Quella col Quarto lo è stata fin dall’impatto iniziale: abbiamo sofferto la loro dinamicità, pur essendo partiti bene. Ci sono stati tanti errori, tante situazioni individuali sbagliate, ma non legate alle assenze quanto a mancanza di attenzione in alcuni momenti e alla qualità degli avversari. L’ho detto anche nel post gara: il Quarto ci ha davvero messo in difficoltà, ha fatto girare bene il pallone, ci ha creato grandi problemi. Allo stesso tempo sapevo che ogni volta che riuscivamo a ripartire potevamo far male noi a loro. Ne è uscita una partita dove loro affondavano e noi controbattevamo affondando a nostra volta. Poteva finire con un punteggio ancora più alto, perché, sul 5-4, loro hanno avuto un’altra buona occasione per pareggiare e poi noi abbiamo trovato la forza per ribaltarla definitivamente con il gol di Arrulo. Io sono realmente contento di risultati, prestazione e voglia dei ragazzi, perché ci stanno mettendo tantissimo tutti, dal primo all’ultimo. Adesso dobbiamo girare pagina: in settimana abbiamo analizzato errori e difficoltà, adesso guardiamo avanti con fiducia”.
Mister, guardiamo proprio alla prossima. Sabato arriva la Sessana, un appuntamento molto vicino e molto delicato. Non bisogna commettere l’errore di sottovalutare un avversario che non verrà certamente qui a fare da spettatore, anche alla luce di una classifica molto diversa dalla vostra. Che partita si aspetta?“La Sessana è un avversario difficile, la classifica, se la si guarda distrattamente, può trarre in inganno. Non ha una posizione reale rispetto ai suoi valori, perché paradossalmente parliamo della squadra con la migliore difesa del campionato. È terzultima o quartultima, ma ha subito pochissimo, segnando poco, questo è vero, ma subendo quasi nulla. È una squadra organizzata, strutturata bene, dura da affrontare. Sabato dovremo giocare una partita di altissimo livello, con attenzione, aggressività, voglia, sacrificio e qualità. Perché spesso ci dimentichiamo che qualsiasi risultato nasce dalla qualità. Se saremo capaci di esprimere la nostra, che è importante, potremo ottenere un buon risultato”.
A proposito di qualità, sarà importante anche ripartire da quanto di buono si è visto col Quarto. Gli errori ci sono stati e vanno analizzati, ma andare quattro volte sotto, avere il coraggio di riprenderla e ribaltarla è sintomo di una squadra affamata. Sarà fondamentale portare in campo la stessa fame e la stessa grinta?“Assolutamente sì. Se non hai un gruppo affamato non ribalti partite così, con nessuno. Domenica siamo andati quattro volte in svantaggio e l’abbiamo recuperata, poi messa sui nostri binari negli ultimi minuti. Ma quella fame non deve mai mancare ai ragazzi. È un concetto che vale per tutti, non solo nello sport. Chi si approccia a un’attività, chi vuole ottenere qualcosa, chi entra in un gruppo di lavoro importante deve essere affamato, non sazio di ciò che ha. Se entro in un ufficio come impiegato e so che in quell’azienda posso fare carriera, devo fare di tutto per migliorare, per crescere come persona e come professionista. Devo approcciarmi con la giusta grinta, solo così posso fare un salto di qualità. Nel calcio è lo stesso: una squadra che dimostra di essere più “in partita” dell’avversario, con personalità forte e vincente, alla lunga va avanti. Questo grazie a tanti ragazzi che hanno qualità enormi: nello sport, se nell’uno contro uno sono più forte del mio diretto rivale, avanzo. È lo sport che lo impone”.
Il gruppo, infatti, è uno dei punti di forza. Abbiamo già visto qualche cambiamento, come la posizione di Simone D’Alessandro sulla fascia sinistra nella gara con la Frattese. In attacco, poi, si sta creando una coppia molto interessante con Santiago e Castagna. Ti sta piacendo la forma che hai dato a questo Real Forio o hai ancora qualche “sfizio” tattico da toglierti?“Simone, con me, fino a oggi ha giocato o da centrale o a sinistra, proprio perché a destra ho Pippo che è in ottima condizione e si è sacrificato tantissimo in un ruolo che forse non aveva mai fatto in precedenza. L’ha interpretato bene con la Frattese, dove ha disputato una grande partita appena tre giorni prima, ed è stato riproposto perché aveva dato ottime risposte. Castagna, Santiago, Yeaboah, Pelliccia, Serrano, Di Meglio: sono tanti giocatori di qualità che aumentano il nostro potenziale e ci danno certezze quando affrontiamo qualsiasi avversario. È una fortuna averli tutti a disposizione”.
Restando su D’Alessandro, quali sono state le motivazioni del suo cambio così anticipato domenica scorsa?“Motivazioni esclusivamente tattiche. In quel momento stavamo andando in sofferenza perché loro si alzavano molto e non uscivamo più bene con gli attaccanti. Volevo un punto di riferimento offensivo diverso per mettere pressione alla loro difesa e alla fine questo obiettivo è stato raggiunto. È vero che si rischia di leggere un cambio al trentesimo minuto come una bocciatura, ma non è così. Se fosse stata una bocciatura, sarebbe stata soprattutto la mia, perché vorrebbe dire che avevo sbagliato formazione scegliendo un giocatore non in condizione. Invece ho inserito Yeaboah, che ha fatto bene e ci ha dato profondità e qualità nelle uscite. È stata una scelta di campo in una partita molto particolare, che, come dicevo, poteva finire anche 8-8, perché si aveva la sensazione che a ogni occasione si potesse segnare da una parte e dall’altra”.
Partita iniziata in modo anomalo già prima del fischio d’inizio. Come sta Santaniello? C’è stato il cambio con Delizia in extremis, cosa è successo?“Purtroppo dovrà osservare un’altra decina di giorni di riposo. Ha avuto un problema tra quadricipite e anca, un fastidio che si è presentato già nella notte e poi si è riproposto nella rifinitura del mattino. A quel punto non si poteva rischiare. È entrato in campo Delizia, che ha fatto benissimo, e continueremo con Delizia e Mazzella”.
Restando al pacchetto under, il percorso di Iaccarino e Peluso sembra in crescita. Peluso aveva bisogno di minuti, ma ora sta trovando spazio in momenti importanti, non solo a risultato acquisito. Che impressione ha di loro?“Enzo ha saltato tutta la preparazione per un infortunio in amichevole ad agosto. È stato fermo quasi due mesi tra preparazione e allenamenti e ha ripreso da poco. È un ragazzo valido, con voglia, in prospettiva può fare qualcosa di importante. Iaccarino sta facendo molto bene. E non dimentichiamo gli altri due giovani, Buono e Piero Verde, anche se Piero ha una leggera contrattura e resterà fermo questa settimana”.
Tra i dieci gol dell’ultima gara ce n’è uno che ha colpito più degli altri, quello di Tarascio. È un giocatore che segna poco, lo avevamo già commentato anche in altre occasioni, ma cercava questo gol e alla fine lo ha trovato. Sembra che nel tuo Real Forio l’iniziativa individuale sia prevista e incoraggiata, rientri proprio nell’idea di calcio.“Sì, ricordo bene, ne avevamo parlato mercoledì nella settimana precedente, dopo la partita con la Frattese. Quello di Tarascio è un gol cercato. Antonio è un giocatore importantissimo per la categoria, segna poco, speriamo di aumentare quel “bonus” di una rete a campionato. Domenica col Quarto, oltre al suo gol, finalmente ha segnato Giovanni, con una bella doppietta, e ha Risegnato Velotti con una rete bellissima di destro su calcio d’angolo, oltre ai soliti Santiago e Castagna a cui siamo abituati. È stato importante vedere andare in gol tanti giocatori. Di Lorenzo, ad esempio, ha disputato una partita di grande spessore, segnando due reti pesanti. Ma, secondo me, l’episodio che ha cambiato l’inerzia è stato il 4-4 di Gigi Velotti: ha realizzato un gol fondamentale, lo snodo emotivo della gara. Poi ha fornito anche l’assist nello spazio per Santiago, che ha fatto il resto percorrendo cinquanta metri palla al piede. Dispiace solo constatare che il calcio, su alcuni aspetti, ha ancora delle mancanze che è brutto vedere, ma fanno parte del “circolo” di questo sport”.
Dopo una partita del genere, piena di marcatori diversi e di gol belli, su cosa ha posto l’accento nel lavoro settimanale? Quali sono gli errori da non ripetere, considerando il momento che state vivendo?“L’errore più grande sarebbe sottovalutare gli impegni, cosa che per fortuna questa squadra non ha mai fatto. Però è vero che quando vinci tanto e hai il peso di sapere di essere più forte di molti avversari rischi di rilassarti. E qui non ha senso girarci intorno: noi siamo forti, molto forti, e questo dobbiamo dimostrarlo ogni partita. È un peso, perché sai che giochi gare in cui tutti si aspettano la tua vittoria. Per reggere questo carico devi mantenere tensione, tranquillità e serenità, dare tutto per te stesso e per il gruppo, così da portare a casa il risultato. Tutto si costruisce nella settimana: se lavori bene, con motivazione e carica, non hai rimpianti.
Questo è un girone difficile, molto più dell’anno scorso. Voi stessi siete testimoni che non ci sono più quelle due o tre squadre nettamente inferiori che sapevi di affrontare con un margine iniziale. Micri, Fro Calcio e Virtus Afragola lo scorso anno rappresentavano un tipo di calendario diverso. Due si sono ritirate, il Micri fa la Promozione forte di un grande settore giovanile. Quest’anno il campionato è molto equilibrato: per la salvezza ci sono tante squadre in lotta, per i play-off siamo tutti lì. La nostra bravura finora è stata quella di fare un grande percorso e staccare le altre. Rispetto all’Afragolese dell’anno scorso abbiamo, se non erro, due punti in più: loro dopo 11 giornate erano a 27, noi siamo a 29. Diamo merito a un gruppo che sa di essere forte, ma che deve dimostrarlo ogni giorno”.
E infatti, al momento, lo state dimostrando benissimo in campionato e in Coppa. Ne parlavamo anche nella scorsa conferenza: gli avversari sono sempre molto motivati, perché sfidano la prima in classifica. Che tipo di lavoro state facendo dal punto di vista mentale? Hai accennato alla tranquillità, quanto conta l’aspetto psicologico?“Conta tantissimo. Il dialogo con i ragazzi è quotidiano, e non riguarda solo me, ma tutto lo staff. Oggi nel calcio la psicologia è fondamentale, ma lo è sempre stata. Più vai avanti e più te ne rendi conto. L’empatia con il gruppo, gli stimoli, l’attenzione per chi gioca poco, la carica per chi gioca e sa di poter giocare sempre, ma deve rimanere costante: tutto passa dalla testa. Avere una squadra mentalmente carica, concentrata, serena è decisivo. Chi è bravo con i piedi si trova, ma se non stai bene con la testa fai fatica. La psicologia, nello spogliatoio, è uno degli aspetti più importanti”.
In vista della Sessana e in vista anche della sfida di Coppa di mercoledì, oltre a Santaniello, qual è la situazione degli indisponibili?“Abbiamo ancora Arcamone fuori, e Galawi, che è un giovane, è ai box. Di Meglio invece ha recuperato, si allena già da tutta la settimana ed è rientrato in gruppo. Al momento, le assenze sono queste: Luca Arcamone e Galawi, più Santaniello che abbiamo già menzionato”.
Mister, in conclusione, una domanda “extra campo”. Il Real Forio ha condiviso sui propri canali le gesta di Gianni Sasso e di zio Pippo, rientrati dall’America dopo aver corso la maratona di New York. Che pensiero si sente di dedicare loro?“Gianni Sasso credo sia un idolo per tutto Forio. È una persona che va oltre ogni limite con la sua caparbietà, la sua voglia, il suo non abbattersi mai. Dopo quello che gli è successo, tante persone si sarebbero fermate, lui invece ha tirato fuori una forza interiore enorme, alimentata anche dagli amici che gli sono sempre stati vicino. Non è semplice organizzare uno spostamento così impegnativo, andare dall’isola all’America con un gruppo accanto. È stato bellissimo vederlo felice per aver fatto qualcosa di straordinario e altrettanto bello vedere la gioia degli amici che lo hanno accompagnato. È una persona a cui teniamo tanto, perché è uno di noi, di Forio. La nostra stima va oltre le sue imprese sportive, riguarda prima di tutto l’uomo”.
Il Dispari







