’Dalla stalla a Cinecittà’. Un film su Giorgio Trestini

Giorgio Trestini nasce a Budrio 88 anni fa. Contadino, alto un metro e 86. "Gambe di spago" lo chiamano i compagni tanto è magro. Quando gli viene in mente di fare l’attore, la mamma chiede aiuto al parroco per guarirlo da quella velleità giovanile. Ancora non sapevano che Trestini avrebbe attraversato grandi e piccoli schermi accanto a Ornella Vanoni, Ottavia Piccolo, Barbara Bouchet e Marcello Mastroianni. E chi se lo sarebbe immaginato, poi, che la sua satira di costume L’amore di gruppo, cult dell’underground anni ’70, sarebbe stato replicato ininterrottamente per quasi trent’anni. Dalla stalla a Cinecittà è il documentario di Massimiliano Sassi che vuole celebrare Trestini. Lunedì alle 21 viene proiettato in anteprima al teatro Dehon (ingresso gratuito). Le musiche sono di Francesco Maria Gallo.
Trestini, come riuscì a studiare recitazione?
"Durante il servizio militare ero riuscito a racimolare un po’ di soldi. Mi servirono per comprare il Mosquito, e con quello arrivavo fino a Bologna, all’accademia Antoniana. Poi i soldi finirono e mi misi a vendere enciclopedie porta a porta, un lavoro che non auguro a nessuno". Quando arrivò l’occasione?
"Il regista dello sceneggiato Rai Il Mulino del Po, Sandro Bolchi, visitò l’accademia. Fu lui a dire alla mia insegnante che avrei potuto interpretare il personaggio di Percivalle Scacerni".
E l’idea de ’L’amore di gruppo’ come arrivò?
"A Roma mi capitò di assistere al Bagaglino di Pippo Franco e mi venne voglia di replicarlo a Bologna. Sapevo che le femministe avevano uno spazio in via San Vitale 13, mi proposi di pagare due mesi d’affitto in anticipo e fondai lì sotto la mia scuola di recitazione, nella sede storica del Teatro di Bibiena".
Federico Fellini le rubò anche un’attrice…
"Venne a cercare attori per il suo ultimo film La voce della luna e scelse la mia allieva, Marisa Tomasi. In un’intervista disse che l’aveva trovata in una cantina di Bologna che recitava una farsaccia spinta".
Eppure arrivò a quasi trent’anni di repliche…
"Ai tempi andavano di moda le riviste osé, con annunci come ‘coppia cerca coppia per serate indimenticabili’. L’amore di gruppo è stata la mia fortuna economica. Andammo avanti così per 29 anni".
Nel documentario si dice che lei sia l’ultimo attore della commedia dell’arte. È così?
"Ha detto meglio il mio insegnante Gian Roberto Cavalli, quando venne a vedermi: ‘Giorgione, credevo avessi scritto una stupidata, invece hai scritto un nuovo Plauto’".
Amalia Apicella
İl Resto Del Carlino