«Ho sconfitto il bullismo con l'amore verso le maratone»

Marco Materazzi, ambasciatore della Fondazione Libra, è stato ricevuto a Palazzo Moroni dall’assessore Diego Bonavina assieme alla consigliera regionale Elisa Cavinato e a Giuseppina Filieri, presidente Fondazione Libra. Marco Materazzi, un passato di bullismo alle spalle, ha compiuto la sfida delle “100 maratone in 100 giorni”, chiudendo poi con la partecipazione alla Cento Chilometri del Passatore, promuovendo una campagna contro il bullismo sostenuta dalla Fondazione Libra.
Marco Materazzi sarà ospite giovedì 5 giugno in Prato della Valle in occasione dell’ultima uscita stagione della Corri X Padova. L’assessore allo sport Diego Bonavina ha sottolineato: “Vogliamo raccontare una storia straordinaria di sport, ma non solo. Se fosse solo una storia di sport sarebbe già straordinaria, ma nell’impresa di Marco c’è qualcosa in più. Voglio ringraziare Elisa Cavinato, consigliere regionale e la presidente di Fondazione Libra che mi hanno presentato questa vicenda per certi aspetti bruttissima, per certi aspetti meravigliosa e che va raccontata. Per questo è giusto essere qui a celebrare la forza di Marco che non è una forza solo fisica, ripeto perché 99 maratone più il Passatore credo che sia una cosa da guinness dei primati, ma dietro c 'è una storia di vita, una storia di cui purtroppo tante volte sentiamo parlare. Vogliamo lanciare un appuntamento, perchè abbiamo voluto far coincidere l 'ultima uscita della Corri per Padova, giovedì 5 giugno, con la presenza di Merco in Prato della Valle, per raccontare ai runner la sua storia».
La consigliere regionale Elisa Cavinato ha commentato: «La cosa bella di questa vicenda è che è venuta fuori da una storia negativa, quella di Marco, ma lui ha saputo trasformarla in una speranza che puoi dare anche agli altri». Giuseppina Filieri, presidente Fondazione Libra ha spiegato: «Noi ci occupiamo di bullismo, cyberbullismo e violenza di genere e Marco ci ha raccontato la sua storia di bullismo, comune a tante altre storie di ragazze e ragazze che arrivano alla nostra Fondazione. Quella di Marco non è solo un'impresa, è un messaggio, è una presa di posizione netta per far conoscere quelle che possono essere condizioni di vita che i ragazzi vivono a volte nel silenzio. Ecco attraverso Marco che è diventato il nostro “volto” facciamo proprio questo, portare ai ragazzi e alle ragazze la possibilità della scelta, perché non si può pensare che oggi si debba morire di bullismo, ma dobbiamo pensare che attraverso quelle ferite che guardiamo, quelle ferite possono diventare possibilità, quindi riuscire a scoprirsi l 'uomo e la donna che ognuno vuole essere».
Il runner Marco Materazzi ha raccontato: «Ho 24 anni, vengo da Vicenza e ho iniziato a fare video, a portare sfide sui social, a parlare di crescita personale e per ispirare gli altri a dare il più di sé e soprattutto anche per aiutare il ragazzino che ai tempi ero e che cercava una soluzione all'interno del mondo di internet. Le sfide sono una cosa che mi appassionavano, che mi hanno dato tanto e che mi hanno fatto crescere comunque l 'autostima che non avevo, dato che ho subito dalle medie principalmente, fino comunque alla quinta superiore atti di bullismo. Era preso di mira il mio corpo, anche se non era il reale motivo per il quale venivo preso di mira, come ho scoperto quando effettivamente sono dimagrito. Però il bullismo mi ha lasciato comunque delle cicatrici che comunque dentro mi avevano preso e non mi facevano esprimere, non mi facevano relazionare, infatti nella solitudine comunque sono riuscito a rialzarmi e da lì quando ho capito che effettivamente il corpo non era un problema, lì ho cominciato comunque a appassionarmi alla crescita personale e da lì è iniziato il tutto e la sfida delle 100 maratone in 100 giorni, una evoluzione delle precedenti sfide, 100 mezze maratone in 100 giorni. Per la sfida elle 100 maratone, la mia intenzione era comunque quella di veicolare un messaggio un po' più profondo e ho colto l 'occasione quando sono stato invitato dalla Fondazione Libra per parlare di bullismo. Per me è stata una bella sfida, ho conosciuto tantissime persone, sono cresciuto tanto: il bullismo è un qualcosa di silenzioso e di cui veramente poche persone parlano. Tantissime persone che sono venute a correre la maratona, comunque a farsi quei 5, 10, 15 chilometri, mi raccontano la loro storia, la loro esperienza ed è bello come abbiano ritrovato una crescita, un aumento di fiducia attraverso lo sport, attraverso la corsa e attraverso anche ciò che vedono online perché molto spesso i social media vengono denigrati ma io penso che se vengono utilizzati con un senso, seguendo le persone giuste, seguendo le storie giuste, possano aiutare altre persone a trovare quel riscatto e far prendere quel momento di solitudine come un qualcosa per crescere».
Padovaoggi