Israele boicottata da Coop non era antisemitismo, il contrordine in Italia roba da Ponzio Pilato

La rubrica Sottosopra
Coop si era meritata stima per la sua attenzione alle finalità sociali dell’impresa e per la sua sensibilità ai diritti dei popoli oppressi: sperperarla così è semplicemente suicida in termini culturali e politici.

Sappiamo molto bene che la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei palestinesi. (N. Mandela)
Aveva felicemente sorpreso la decisione di alcuni supermercati Coop di cessare la vendita di prodotti provenienti da Israele, come gesto di solidarietà concreta con il martoriato popolo palestinese e di condanna, tramite un contrasto attivo, della disumana carneficina perpetrata dallo Stato sionista. Ma poi è intervenuta Coop Italia…, la casa madre. La scelta derivava da una petizione, firmata da migliaia di soci Coop, dove si sottolineava che “non si può rimanere indifferenti davanti alle violenze in corso nella Striscia si Gaza”. Così furono rimossi dagli scaffali arachidi, salsa Tahina (derivata da semi di sesamo) e i prodotti di SodaStream, importante azienda israeliana di gasatori per rendere frizzante l’acqua naturale. In cambio fu messa in commercio la Gaza Cola, bevanda prodotta da un imprenditore palestinese rifugiato a Londra. Tutto bene per qualche giorno, poi il famoso… contrordine compagni…
È accaduto che Coop Italia ha emesso un comunicato ufficiale, affermando che “non spetta alle imprese boicottare Israele”, e il boicottaggio “è una scelta che spetta ai soci e ai consumatori, che rappresentano valori, opinioni e sensibilità inevitabilmente diverse e tutte ugualmente rispettabili”. Eccolo qui, redivivo, Ponzio Pilato. “Opinioni tutte ugualmente rispettabili”: anche quelle che condividono il massacro di palestinesi, e ovviamente non fanno nulla per impedirlo? Ma, per dio, che roba è questa!? Coop si era meritata stima per la sua attenzione alle finalità sociali dell’impresa e per la sua sensibilità ai diritti dei popoli oppressi: sperperarla così è semplicemente suicida in termini culturali e politici. A riprova: Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, aveva dichiarato subito che la scelta delle Coop era “antisemitismo mascherato”. Gli era venuto di rincalzo Walter Meghnagi, presidente della comunità ebraica di Milano, definendo la decisione delle Coop come “un’azione dal sapore inequivocabilmente antisemita”.
Ecco la solita, insopportabile, falsa tiritera: criticare in modo fattivo la politica dei governi israeliani – quello attuale soprattutto – che hanno il record mondiale di violazioni delle risoluzioni dell’Onu, e dunque sono letteralmente fuorilegge, equivarrebbe all’odio contro gli ebrei in quanto tali. Ma quando mai! Fanno finta, tutti costoro, di non capire le parole di Edith Bruck, straordinaria ebrea sopravvissuta ai campi di sterminio, che ha affermato giustamente: “Netanyahu sta distruggendo Israele. (…) Le sue scelte hanno suscitato uno tsunami di antisemitismo”. Per fermare il risorgente antisemitismo, che è un’aberrazione in sé, bisogna togliere di mezzo la sua causa principale, costituita dalla politica omicida di Israele. Valga l’esempio del Sudafrica. In quel Paese l’apartheid crollò in seguito soprattutto alla vastissima azione di contrasto, boicottaggio e isolamento da parte della società civile sul piano internazionale contro il governo razzista dei bianchi.
Oggi i palestinesi stanno registrando una solidarietà planetaria da parte dei popoli, cui corrisponde la solitudine planetaria di Israele determinata dalle genti di ogni continente. Non fosse per l’appoggio ignominioso delle cancellerie di Usa e Ue, il regime assassino israeliano di apartheid crollerebbe come quello sudafricano. E come lì fu liberato, dopo 27 anni di carcere, Nelson Mandela, così Israele sarebbe indotto a liberare Marwan Barghouti, il leader palestinese capace di galvanizzare il suo popolo e di guidarlo verso la pace. Cari dirigenti di Coop Italia, essere coerenti spesso costa, lo so bene. Ma questa è una ragione in più per andare avanti, non indietro. Il vostro allineamento a Confindustria è stupefacente. Spero che rivediate la vostra decisione, almeno lasciando libere le singole Coop di decidere autonomamente.
l'Unità