NON SI PUÒ MORIRE PER UN DOLLARO/ Amadeo Peter Giannini, la rivoluzione della fiducia che ha cambiato gli Usa

Al Meeting una mostra su Amedeo Peter Giannini, l’italiano che conquistò gli USA con una banca che faceva crescere le imprese e aiutava le persone
“Sebbene la maggior parte delle persone conosca il nome di J.P. Morgan, si può sostenere che Amadeo Peter Giannini abbia avuto un’influenza ancor maggiore sul sistema bancario moderno. Giannini vedeva opportunità dove gli altri vedevano solo rischi, rivoluzionando il settore bancario, rendendo i servizi finanziari accessibili alla gente comune e non solo all’élite benestante”. Warren Buffett, uno dei più influenti uomini d’affari attualmente in circolazione descrive così Amadeo Giannini (1870-1949), banchiere italoamericano e fondatore della Bank of America.
In questi giorni al Meeting per l’amicizia tra i popoli è possibile visitare una mostra che ripercorre la storia di una delle persone più influenti del suo tempo, consigliere del presidente Roosevelt, primo finanziatore del ponte di san Francisco e di Hewlett-Packard, quando nessuna istituzione finanziaria credeva in questi progetti.
Figlio di immigrati di origine ligure, rimane orfano del padre, che viene ucciso davanti ai suoi occhi da un suo operaio che reclamava dei soldi non dovuti, fin da subito apprende dalla madre e dal patrigno il valore del lavoro, come strumento che l’uomo ha per poter plasmare se stesso e la realtà.
Fin da giovane pronuncia spesso la frase “non si può morire per un dollaro” cosciente del valore della vita umana, ma anche di quello della moneta, vista come strumento per costruire qualcosa e non come fine a sé stessa: diceva che “il successo non si dimostra dalla quantità di denaro che si possiede ma dalla quantità di impatto positivo che si ha sulla vita degli altri”.
Inizia la sua attività nel mondo del commercio della frutta tra San José e San Francisco, collaborando nell’azienda del patrigno e facendola crescere, introducendo meccanismi di credito in conto merce ai propri fornitori (spesso piccoli agricoltori esclusi dal sistema bancario) che permettevano agli stessi di investire e di far crescere le loro aziende.
Partendo da questa intuizione nel 1904 fonda una piccola banca, la Bank of Italy, che, in un contesto bancario che non concedeva prestiti al di sotto dei 5.000 dollari (di allora) inizia a concedere prestiti anche di 25 dollari, senza richiedere garanzie. “La migliore garanzia per me sono i calli sulle mani e l’anello al dito”, ovvero la voglia di lavorare ed il desiderio di costruire qualcosa di buono per la propria famiglia e per la comunità in cui si vive. Giannini voleva che chi chiedeva un prestito fosse innanzitutto valutato come uomo, e non esclusivamente sulla base dei numeri.
Profondamente cosciente di come anche un’istituzione bancaria possa avere un influsso positivo sulla società, già due giorni dopo il terribile terremoto di san Francisco del 1906, mentre tutte le banche nazionali chiudono, Bank of Italy riapre, concedendo crediti a chi, pur avendo perso la casa o l’azienda, ha desiderio di ripartire.
Negli anni successivi la banca cresce e si struttura, Giannini intuisce la necessità di dividersi in diversi settori specializzati per origine dei clienti (italiani, irlandesi, portoghesi) e per area industriale di appartenenza; attiva persino la women’s bank, una filiale interamente gestita da donne e per le donne. Giannini concepisce i propri dipendenti come missionari, chiamati a supportare i clienti con la burocrazia, ma anche nelle trattative di affari e finanche in spinose questioni familiari.
Persino durante la crisi del ’29 nessuno dei dipendenti viene licenziato, pur rendendosi necessari importanti riduzioni salariali, e questo permette alla banca di ripartire, creando filiali su tutto il territorio americano e diventando quella che oggi è nota come Bank of America. Come testimonia uno dei suoi collaboratori, la chiave del successo era che “guardava un uomo negli occhi e lo convinceva che quasi tutto era possibile”.
Alla sua morte, nel 1949, lasciava la più grande banca al mondo per capitalizzazione, eppure le somme da lui possedute ammontavano a 489mila dollari. Il rivale J.P. Morgan aveva in quei momenti oltre 14 milioni di dollari di patrimonio personale. Giannini aveva infatti deciso di destinare metà del suo patrimonio alla creazione di una fondazione benefica, che ancora oggi porta il suo nome, invitando gli eredi a “fare del bene e a non teorizzare soltanto sulla bontà”.
Amadeo Peter Giannini è un esempio di come la sussidiarietà può essere declinata anche nel mondo del for profit, persino bancario. Di come fare impresa è innanzitutto contribuire alla società e quindi allo sviluppo del bene comune, concependosi non come singolo soggetto il cui scopo principale è l’accumulo di denaro, ma in un’ottica comunitaria, nella coscienza che il bene del singolo individuo non può prescindere dall’effetto delle proprie azioni su quelli che lo circondano.
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