Pride a Budapest, in 200mila sfidano Orban con la marcia dell’amore libero. Schlein: “Silenzio inquietante del governo”

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Pride a Budapest, in 200mila sfidano Orban con la marcia dell’amore libero. Schlein: “Silenzio inquietante del governo”

Pride a Budapest, in 200mila sfidano Orban con la marcia dell’amore libero. Schlein: “Silenzio inquietante del governo”

Il corteo ungherese

Pride a Budapest, in 200mila sfidano Orban con la marcia dell’amore libero. Schlein: “Silenzio inquietante del governo”

La prova di forza ungherese ed europea contro il governo sempre più autoritario di Viktor Orban.

Oltre 200mila persone hanno sfidato il primo ministro ungherese sfilando nella capitale Budapest sabato 28 giugno per il Pride, manifestazione che il governo di estrema destra aveva vietato con una legge approvato lo scorso marzo, proibendone l’organizzazione col pretesto di “proteggere i minori”, vietando il diritto di assemblea nelle manifestazioni che “rappresentano o promuovono” l’omosessualità ai minori di 18 anni.

Le minacce di conseguenze legali per i partecipanti non hanno fatto presa sui 200mila che hanno sfilato nella capitale: assieme ai cittadini ungheresi c’era una fetta di Europa che lotta per i diritti civili, decine tra eurodeputati e parlamentari di ogni nazione, compresa l’Italia. Da Roma sono giunti a Budapest Elly Schlein e Carlo Calenda, leader di Pd e Azione, ma la marcia del Pride è stata sostenuta ufficialmente da 33 paesi, principalmente membri dell’Unione Europea, e anche dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Nonostante le minacce della vigilia e i timori per l’ordine pubblico, tra contro-manifestazioni dell’estrema destra ungherese e i rischi di scontri con le forze dell’ordine, non vi sono stati eventi particolari durante la marcia: l’unico inconveniente è stata una deviazione del percorso decisa per evitare un presidio di un gruppo di estrema destra.

Un imponente corteo reso possibile dal sindaco di Budapest, il progressista Gergely Karácsony, che ha patrocinato il Pride grazie all’ampia autonomia garantita ai comuni ungheresi impedendo così alla polizia nazionale di vietarlo. Una mossa in ogni caso rischiosa: il ministro della Giustizia Bence Tuzson aveva minacciato di farlo arrestare.

Gli organizzatori e le organizzatrici rischiano comunque fino a un anno di carcere, mentre tutti i partecipanti una multa fino a 200mila fiorini ungheresi (circa 500 euro, ndr). La polizia è stata anche autorizzata dal governo a usare dei software di riconoscimento facciale per identificarle a posteriori.

“Il Pride è una battaglia di libertà contro l’autoritarismo. Siamo al fianco di chi lotta per l’uguaglianza, contro ogni discriminazione. Non si può vietare l’amore per legge”, le parole di solidarietà alla comunità Lgbtq+ di Elly Schlein. La segretaria Dem rifila poi bordate contro il governo Meloni: “È un silenzio inquietante, specie perché queste misure illiberali sono applicate in un Paese membro della Ue. E poi ricordo che in Italia sono bloccate tutte le leggi contro l’omofobia, per volontà di Giorgia Meloni”.

l'Unità

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