Io, mai indagata, giudicata incandidabile a Rende dalla Commissione Antimafia: non mi ritiro

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Io, mai indagata, giudicata incandidabile a Rende dalla Commissione Antimafia: non mi ritiro

Io, mai indagata, giudicata incandidabile a Rende dalla Commissione Antimafia: non mi ritiro

Il caso a Rende

La dichiarazione di una candidata alle elezioni a Rende impallinata dal “tribunale speciale” antimafia. Ma lei non è mai stata nemmeno indagata

Foto da Facebook
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In accordo con il candidato sindaco Giovanni Bilotti, che ringrazio per la fiducia e il sostegno, confermo con determinazione la mia candidatura e non ho alcuna intenzione di ritirarmi. Con sgomento e indignazione ho appreso, a soli 4 giorni dal voto, che la Commissione Parlamentare Antimafia ha diffuso un elenco di cosiddetti “impresentabili” nel quale compare anche il mio nome. Una scelta che solleva molte domande, per tempi e modalità, e che rischia di generare un clima avvelenato proprio a ridosso della consultazione elettorale.

Il mio inserimento in quella lista non si basa su alcun fatto, accusa o procedimento a mio carico. Non esiste nessuna indagine, nessun atto giudiziario, nessuna contestazione nei miei confronti. Il mio nome non compare nemmeno nelle relazioni prefettizie. Vengo coinvolta esclusivamente per aver ricoperto un ruolo istituzionale in una giunta comunale sciolta per presunte infiltrazioni mafiose, senza mai essere stata chiamata in causa personalmente in alcuna sede. Fino al 2015, la Commissione Antimafia non aveva quasi mai reso pubblici elenchi di “impresentabili”, ma a partire dal 2018, sotto la presidenza del Movimento 5 stelle , questa prassi diventa più strutturata, con controlli estesi e comunicazioni sempre più frequenti ai media. Oggi sotto la guida di Fratelli d’Italia si dà continuità.

Una dinamica che, soprattutto quando non accompagnata da dati oggettivi e verificabili, rischia di sostituire la giustizia con il sospetto, alimentando quella che io definisco una deriva giustizialista. Io ho sempre combattuto il giustizialismo. Non oggi, non per convenienza, ma da sempre per convinzione. Ho sempre creduto nel garantismo, nella forza del diritto, nella presunzione di innocenza come pilastro della democrazia. E oggi questa battaglia per me assume un significato ancora più profondo, perché la conduco anche per chi non ha voce, per chi subisce lo stesso trattamento nell’indifferenza generale. I tantissimi attestati di solidarietà che sto ricevendo in queste ore confermano che i miei cittadini e le mie concittadine sanno distinguere tra chi lavora per costruire e chi usa strumenti istituzionali in modo discutibile, rischiando di condizionare il voto. Ma i calabresi e le calabresi non si fanno intimidire. E io nemmeno.

Rifiuto con fermezza una narrazione che vuole la Calabria prigioniera di un destino sempre uguale: corruzione, malaffare, colpa collettiva. Una narrazione che ci relega alla subalternità politica e culturale. La Calabria è anche riscatto, onestà, competenza, dignità. E io, con la mia storia, ne sono una prova concreta. A chi tenta di fermarmi rispondo con il mio impegno. A chi vuole piegarmi con il sospetto rispondo con la mia trasparenza. A chi lancia fango rispondo con il mio lavoro quotidiano. Vado avanti a testa alta

l'Unità

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