Nessuno vuole fare l’assessore all’Urbanistica a Milano. Basterà a Beppe Sala prendere tempo?

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Nessuno vuole fare l’assessore all’Urbanistica a Milano. Basterà a Beppe Sala prendere tempo?

Nessuno vuole fare l’assessore all’Urbanistica a Milano. Basterà a Beppe Sala prendere tempo?

23 lug 2025

Due anni alla fine del mandato. Il sindaco: “Voglio decidere con calma per non fare scelte sbagliate”. Incarico affidato pro tempore alla vicesindaca Scavuzzo
Giancarlo Tancredi e Giuseppe Sala durante il consiglio comunale a Palazzo Marino a Milano, 21 luglio 2025

Giancarlo Tancredi e Giuseppe Sala durante il consiglio comunale a Palazzo Marino a Milano, 21 luglio 2025

MILANO – Inizia con una difficoltà di non poco conto la nuova fase dell’amministrazione di Giuseppe Sala, quella “legislatura di due anni” alla quale il sindaco e il Partito democratico, primo partito della maggioranza, hanno concordato di dare avvio per uscire dallo stallo e dallo shock dell’inchiesta della procura che ha proprio nel primo cittadino uno dei 74 indagati. La difficoltà è trovare chi voglia sedersi sulla poltrona che scotta più di altre a Palazzo Marino: quella dell’assessore alla Rigenerazione Urbana, sulla quale fino a lunedì, giorno delle sue dimissioni, sedeva Giancarlo Tancredi, sul quale pende la richiesta di arresti domiciliari della procura.

Sala avrebbe voluto procedere il prima possibile alla nomina del successore: un modo per rimandare l’idea di una Giunta che riparte, appunto. Detto, fatto: già ieri il sindaco ha provveduto ad affidare le deleghe dell’Urbanistica. Ma non è andata come si voleva: le deleghe sono state affidate solo temporaneamente ad Anna Scavuzzo, la sua vice, del Pd. Contrariamente a quella che sembrava essere la sua prima intezione, il sindaco ha spiegato di voler prendere tempo per individuare la soluzione migliore.

Chi è Anna Scavuzzo, la vicesindaca scout fedelissima di Sala

A quanto pare, però, sono stati i professionisti contattati in questi giorni a rifiutare l’incarico da assessore comunale all’Urbanistica. E per motivi ovvi e comprensibili: l’inchiesta della procura riguarda proprio scelte, prassi e progetti dell’urbanistica e, secondo motivo, il nuovo assessore ha davanti a sé due anni scarsi per lavorare a un’agenda peraltro già decisa. Almeno tre le personalità che hanno declinato l’invito. In pole lunedì sera c’era Simone Dragone, ex presidente di MM, la società controllata dal Comune che gestisce quelle case popolari che il Pd ha chiesto al sindaco di includere nell’accordo per la ripartenza. Dragone sarebbe stato contattato qualche giorno fa e avrebbe chiesto tempo per riflettere prima di risolversi per il no.

Nel frattempo era caduta l’opzione Elena Granata, docente di Urbanistica del Politecnico di Milano che nei mesi scorsi aveva firmato uno degli appelli contro il Salva Milano. Sì, contro il provvedimento che avrebbe risolto, dal punto di vista normativo, il dilemma dell’urbanistica e per il quale Sala si era parecchio speso. Contattato pure Gabriele Pasqui, docente di Politiche Urbane del Politecnico di Milano, che si è defilato a sua volta. Da qui la soluzione-tampone in attesa di trovare un profilo che sia disponibile oltre che competente. La stessa Scavuzzo avrebbe chiesto a Sala di non restare con le deleghe in mano per troppo tempo.

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Prima dei virgolettati di Sala, le storie che ha pubblicato sulla sua pagina Instagram (social che gestisce in prima persona) perché sono eloquenti nel rivelarne la voglia di ricominciare. Martedì alle 11 Sala ha presenziato all’inaugurazione di un nuovo spazio in periferia, in via Ripamonti. Da qui la pubblicazione di 6 foto con didascalie significative: “Al lavoro”; “Ecco, se volete avere un esempio di cosa è la rigenerazione urbana, visitatelo” (ogni riferimento alle accuse della procura sembra puramente voluto ndr); “Faccia stanca di chi purtroppo non riesce a dormire bene...”. Le sue parole, ora. “Il nuovo assessore? Non voglio prendere una decisione con un’urgenza che può portarci a decisioni sbagliate. Non mi spingerei a dire che decidiamo in settimana o tra due settimane: voglio fare la scelta giusta, con calma. Approfitto per ringraziare Tancredi, che ha fatto un grande lavoro, credo molto nella sua onestà”. Quindi il Pd: “Il rapporto è solido e rimarrà solido se nessuna delle due parti penserà di poter cambiare le regole d’ingaggio”.

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