Quella di Meloni è la manovra dei ricchi: proclamato lo sciopero generale e chiesta la patrimoniale

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Quella di Meloni è la manovra dei ricchi: proclamato lo sciopero generale e chiesta la patrimoniale

Quella di Meloni è la manovra dei ricchi: proclamato lo sciopero generale e chiesta la patrimoniale

La Cgil scende in campo

La proclamazione dello sciopero avviene il giorno dopo la solenne bocciatura della manovra da parte dell’Istat, di Bankitalia e della Corte dei conti.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

La Cgil ha proclamato lo sciopero generale contro la manovra economica del governo. Chiede che sia cambiata. Lo sciopero è stato deciso per il 12 dicembre. È stato annunciato nel corso di un’assemblea di delegati sindacali che si è tenuta ieri a Firenze. L’hanno annunciato il presidente dell’assemblea, Fulvio Fammoni, e poi lo ha ribadito Maurizio Landini.

La proclamazione dello sciopero avviene il giorno dopo la solenne bocciatura della manovra da parte dell’Istat, di Bankitalia e della Corte dei conti. Tutte e tre queste istituzioni hanno formalmente dichiarato la manovra socialmente ingiusta. Hanno detto che favorisce i ricchi e gli evasori fiscali e non fa nulla per i poveri. Landini ha dato le stessa motivazioni per spiegare le ragioni dello sciopero. Ha indicato le tre emergenze politiche italiane: sanità, scuola e salari. La Cgil pensa che una seria manovra economica debba concentrarsi su queste tre grandi questioni.

Con quali soldi? Questa è la domanda. La Cgil ha risposto riproponendo una patrimoniale. Non devastante: molto leggera. Si tratterebbe di fissare una tassa speciale dell’1% per coloro che hanno un patrimonio superiore ai due milioni di euro. È una platea numerosa ma non gigantesca: 500 mila persone. La Cgil chiede un piccolo sacrificio, poco più di un contributo di solidarietà, che certo non comporterà grandi rinunce per loro, né cambiamenti dello stile di vita, ma porterebbe 26 miliardi nella casse dello stato. Tutti da spendere – dice Landini – sulle tre emergenze.

La risposta del governo, francamente, è surreale. Meloni e Salvini invece di cercare argomenti seri per contestare (o, meglio, per accogliere) le obiezioni di Bankitalia, dell’Istat, della Corte dei Conti e del più grande sindacato dei lavoratori, si sono lasciati andare a battute sul fatto che lo sciopero è stato proclamato per un venerdì. Loro ignorano che sempre gli scioperi generali si svolgono di venerdì, da molto prima che nascessero i loro partiti. E ignorano anche che per molti decenni, di fronte a uno sciopero generale, i governanti non rispondevano con battutacce da circolo del Msi.

l'Unità

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