Giornata senza Tabacco, 90.000 morti l’anno. Sigarette a 12 euro? Il 60% degli italiani dice sì

Ogni anno, in Italia, il fumo provoca oltre 90.000 morti. Tumori al polmone, ai bronchi, alla trachea. Malattie cardiache, respiratorie, invalidanti. E tutto questo per colpa di un’abitudine evitabile, di un prodotto che non ha nulla di normale, ma che per troppo tempo è stato trattato come tale. Il fumo è ancora oggi la principale causa prevenibile di morte. Eppure nel nostro Paese, mentre crescono i costi sociali, economici e sanitari del tabagismo – fino a 26 miliardi di euro l’anno – il prezzo di un pacchetto resta tra i più bassi d’Europa.
In occasione della Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio, istituita dall’Organizzazione mondiale della sanità, Fondazione Umberto Veronesi Ets e Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) lanciano un messaggio forte e chiaro: tassare il fumo funziona. E l’Italia deve fare di più.
Dove il tabacco costa di più, si fuma di menoLe esperienze di Paesi come Francia e Irlanda non lasciano spazio a dubbi. In Francia, il prezzo medio di un pacchetto è salito da 7 a quasi 11 euro in sei anni, con l’obiettivo dichiarato di arrivare a 13 euro entro il 2027. Risultato: tra il 2017 e il 2022, il numero di fumatori quotidiani tra i 17enni è calato di quasi il 40%. In Irlanda, dove un pacchetto costa oltre 15 euro, il tasso complessivo di fumatori è sceso dal 23% al 18% in sei anni.
E non si è registrata un’impennata nel contrabbando o nel mercato nero, come spesso viene paventato. Semplicemente, più il tabacco costa, meno la gente lo compra. Soprattutto i più giovani, che sono i più vulnerabili all’influenza della pubblicità e del marketing dell’industria del fumo.
L’Italia dice sì a misure più fortiUna nuova indagine condotta da AstraRicerche su un campione rappresentativo della popolazione italiana (18-65 anni) mostra un dato sorprendente: sei italiani su dieci sono favorevoli ad alzare drasticamente le tasse sul tabacco, portando il prezzo di un pacchetto a 11-12 euro o più. Un italiano su tre dichiara che smetterebbe di fumare; un altro terzo ridurrebbe il consumo. La maggioranza chiede che i ricavi vengano usati per educazione, prevenzione e servizi antifumo. Un segnale di maturità collettiva che le istituzioni non possono ignorare.
Obiettivo: non restare indietroIn un mondo dove le prove scientifiche sono solide e disponibili, dove le soluzioni sono chiare, non agire significa scegliere di non salvare vite. Come ha sottolineato Giulia Veronesi, chirurga toracica e membro del Comitato scientifico della Fondazione: “L’uso di tabacco è responsabile dell’85% dei decessi per tumori al polmone – ha detto -. Le evidenze ci sono e sono chiare: aumentare le accise sul tabacco riduce i consumi, previene malattie e libera risorse per il sistema sanitario”.
Anche il presidente Aiom, Francesco Perrone, è perentorio: “Il 40% delle diagnosi di tumore è legato a stili di vita scorretti, primo tra tutti il fumo - dice -. L’aumento delle accise è una delle poche misure che ha dimostrato di funzionare davvero. E i dati lo confermano”.
Chi investe e chi tagliaNon si tratta solo di prevenzione, ma anche di priorità politiche. Negli Stati Uniti, le scelte dell’amministrazione Trump hanno messo a rischio l’intero sistema della ricerca scientifica: solo a Harvard sono andate perse quasi 1.000 borse di studio, per un valore di oltre 2,4 miliardi di dollari, a causa del taglio dei fondi federali. È la dimostrazione di cosa succede quando si sottovaluta il valore della salute pubblica. Quando si sceglie di non investire nel futuro.
Il tabacco, problema collettivoIl fumo colpisce di più chi ha meno. Le fasce più fragili, con meno accesso alle cure, alla prevenzione, all’informazione. Colpisce i non fumatori, esposti al fumo passivo. Colpisce la scuola, il lavoro, il sistema sanitario. E ogni giorno che passa senza un’azione decisa è una resa.
Fondazione Umberto Veronesi Ets è da oltre vent’anni in prima linea contro il tabagismo, attraverso progetti educativi, campagne di sensibilizzazione, attività di advocacy e sostegno alla ricerca sui tumori correlati al fumo. Insieme ad Aiom, chiede che anche l’Italia faccia la sua parte. Perché ogni sigaretta in meno è una vita in più. E ogni giorno senza fumo è un passo verso un futuro più giusto e sano per tutti.
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