Infarto: la sedentarietà raddoppia il rischio di recidive

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Infarto: la sedentarietà raddoppia il rischio di recidive

Infarto: la sedentarietà raddoppia il rischio di recidive

Al nostro cuore non importa se facciamo le pulizie domestiche, cuciniamo o nuotiamo per un'ora. Quel che conta è che si stia in movimento, soprattutto se in passato si è già sofferto di infarto. Ma d’aiuto è anche il riposo. A ribadire l'importanza di sani stili di vita per il nostro benessere, e in particolare quello del cuore, è stato di recente un team di ricerca guidato dalla Columbia University Medical Center di New York. Secondo la ricerca - pubblicata su Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes della American Heart Association - i pazienti ricoverati per sintomi come il dolore toracico o infarto, corrono un maggior rischio di recidive se nell'anno successivo rimangono sedentari troppo a lungo. Ma possono fare molto per abbassare questi rischi, e relativamente con poco.

Monitorare l'attività fisica con uno smartwatch

Gli autori del nuovo studio volevano capire che ruolo giocasse la sedentarietà nel rischio cardiovascolare a lungo termine. Per farlo, hanno chiesto a 609 pazienti, in media di 62 anni d'età e tutti ricoverati in ospedale per sintomi come il dolore toracico e infarto, di indossare al momento delle dimissioni ospedaliere un accelerometro da polso, così da monitorare l'attività fisica svolta nel mese successivo alle dimissioni. Interviste telefoniche, cartelle cliniche elettroniche e un database sanitario invece sono stati utilizzati per stimare eventi cardiaci e decessi nell’anno successivo.

I risultati

Combinando questo tipo di dati, i ricercatori hanno osservato che, rispetto a chi è stato fisicamente più attivo, i pazienti più pigri, ossia quelli che passavano 14 ore sostanzialmente fermi o quasi, avevano un rischio cardiovascolare più alto. Nel dettaglio presentavano un rischio di 2,58 volte maggiore di avere un nuovo infarto, di essere sottoposti a un intervento chirurgico cardiaco o di essere nuovamente ricoverati entro l'anno successivo dal primo ricovero. I ricercatori hanno stimato anche i benefici derivanti dal muoversi (e riposare) di più. Basta per esempio sostituire ogni giorno 30 minuti di sedentarietà con altrettanti di attività fisica da moderata a intensa – come camminata veloce, danza, tennis, corsa o nuoto – per ridurre il rischio di questi eventi del 61%. Un’attività fisica di intensità leggera invece ha portato a una diminuzione del 50% del rischio cardiovascolare.

L'importanza del sonno per la salute del cuore

Oltre all'attività fisica, un aspetto interessante emerso dalla nuova analisi è stato il ruolo del sonno. Secondo i nuovi dati, sostituire la sedentarietà con 30 minuti di sonno riduce il rischio di eventi cardiaci del 14%. “Siamo rimasti sorpresi nello scoprire che anche la sostituzione della sedentarietà con il sonno riducesse il rischio”, ha commentato l'autore principale dello studio, Keith Diaz. “Il sonno è un comportamento ristoratore che aiuta il corpo e la mente a riprendersi, il che è particolarmente importante dopo un grave evento cardiovascolare come un infarto”.

Sedersi meno e muoversi di più

Sebbene lo studio presenti alcune limitazioni - come l'aver tenuto conto solo dell'intensità del movimento e non aver preso in considerazione alcuni fattori sociali e ambientali, ammettono gli esperti - i nuovi risultati suggeriscono che non è necessaria un'attività fisica intensa per ottenere benefici dopo un evento cardiovascolare. Unendosi alla mole di studi che si sono accumulati sul tema negli ultimi anni, il messaggio della nuova ricerca è che muoversi, anche poco, può avere grandi benefici.

“Questo studio dimostra che sostituire il tempo sedentario con attività a bassa intensità, come riordinare la casa o passeggiare a passo lento, è stato quasi altrettanto benefico di attività fisiche di intensità da moderata a intensa, come andare in bicicletta o fare aerobica”, ha concluso Bethany Barone Gibbs, già presidente del comitato per l'attività fisica dell'American Heart Association.

repubblica

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