I luoghi di Emilia Perez: il Messico ricostruito nei teatri di Parigi

Emilia Pérez è un’opera che sfida le convenzioni del cinema contemporaneo, fondendo il dramma criminale con il musical e affrontando temi profondi come l’identità di genere, il riscatto personale e la violenza del narcotraffico. Diretto dal regista francese Jacques Audiard, questo libero adattamento del romanzo del 2018 Écoute di Boris Razon presentato in anteprima al Festival di Cannes 2024, fonde generi diversi per raccontare una storia straziante su desideri insoddisfatti e rimpianti.
Durante il periodo degli Oscar 2025 una bufera ha travolto la produzione con una serie di polemiche intorno al film per collegamenti a temi sensibili e vecchi tweet dell’attrice protagonista Karla Sofía Gascón considerati offensivi. Una curiosità sulle location è che, pur essendo ambientato in molte parti del mondo, in realtà il film è stato girato solo in un paese.
Di cosa parla Emilia PérezLa storia segue Rita Moro Castro, interpretata da Zoe Saldaña, un avvocato difensore di Città del Messico che cerca di fare la differenza. La donna si imbatte in un’insolita ma redditizia opportunità offerta dal boss del cartello Manitas Del Monte, mentre quest’ultimo cerca di realizzare il sogno di una vita: la transizione al sesso femminile. Dopo la transizione, Emilia tenta di costruirsi una nuova vita lontana dal crimine e in anonimato, ma il suo passato non tarda a riemergere. La narrazione si sviluppa tra momenti di introspezione e spettacolari numeri musicali che scandiscono le tappe di una metamorfosi fisica e spirituale, affrontando in parallelo le contraddizioni della società messicana contemporanea.
Dove è stato giratoNonostante la storia sia ambientata in Messico, Emilia Pérez è stato interamente girato in studio a Saint-Denis, nella periferia di Parigi. Qui, tra ex capannoni industriali riconvertiti e complessi all’avanguardia, si trovano degli studi cinematografici tra i più dinamici di Francia, un vero laboratorio di immaginazione dove il reale lascia spazio al possibile. Audiard ha scelto di ricreare l’intero mondo narrativo in set controllati e stilizzati, ispirandosi alla tradizione teatrale e operistica, piuttosto che alla verosimiglianza cinematografica. Questa decisione ha generato non poche polemiche. La critica messicana ha accusato il film di appropriazione culturale e di offrire una rappresentazione superficiale e stereotipata della realtà del paese. Tuttavia il regista ha difeso la sua scelta artistica, sostenendo che il film non mira al realismo geografico, bensì a una narrazione mitica e universale.
Rita, il personaggio di Zoe Saldana, vola a Bangkok, in Thailandia, per incontrare un chirurgo e apprendere informazioni sui vari interventi chirurgici necessari per il cambio di sesso. Poi vola a Tel Aviv, in Israele, per incontrare il Dott. Wasserman, che finirà per eseguire le procedure. Dopo aver aiutato Manitas a realizzare il desiderio di una vita, Rita lascia Città del Messico e vive una vita agiata da socialista a Londra, in Inghilterra.
È qui che incontra Emila Pérez di persona per la prima volta, anni dopo la sua transizione. Emilia chiede a Rita di aiutarla a tornare a Città del Messico per poter vivere con i suoi due figli e Jessi, la sua ex moglie, fingendosi la cugina di Manitas, da tempo perduta. Rita aveva contribuito a organizzare il loro trasferimento a Losanna, in Svizzera, una pacifica comunità lacustre. Si reca lì per riportarli a Città del Messico e stare con Emilia. Tuttavia la produzione non ha girato il mondo, ma è stata fissa nella romantica e creativa capitale francese.
Curioso infatti che Diego Fernando Diosa sia stato accreditato come “Location Scout: Messico” per il film. Questo suggerisce che alcune scene potrebbero essere state girate in esterni in Messico, ma la notizia non è stata confermata fino a oggi. Le scene coreografate sulla strada all’inizio del film avrebbero potuto essere girate in Messico, o almeno alcune delle inquadrature paesaggistiche.
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