La svolta di Manuel García Mansilla: dal rifiuto di una nomina in commissione all'assunzione dell'incarico tramite decreto in Corte
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Il governo di Javier Milei ha annunciato la nomina, tramite decreto, di Ariel Lijo e Manuel García-Mansilla come giudici della Corte Suprema di Giustizia della Nazione . Il provvedimento, adottato senza l'approvazione del Senato, si basa sul potere dell'Esecutivo di effettuare nomine "su commissione" fino alla fine della successiva legislatura. Tuttavia, la decisione contrasta con le precedenti dichiarazioni di García-Mansilla, che mesi fa aveva espresso delle riserve su questo meccanismo.
Durante la sua audizione davanti alla Commissione per gli accordi del Senato, il 28 agosto 2024, a García-Mansilla è stato chiesto della costituzionalità delle nomine delle commissioni e della sua opinione personale sulla questione. In questo contesto, la senatrice Anabel Fernández Sagasti gli ha chiesto del precedente del decreto 83/2015, attraverso il quale l'ex presidente Mauricio Macri ha tentato di nominare Horacio Rosatti e Carlos Rosenkrantz alla Corte senza passare per il Senato.
" Dato l'impatto che il decreto 83 ha avuto sull'opinione pubblica, non avrei accettato la nomina alla commissione ", rispose all'epoca García-Mansilla. Pur riconoscendo che si tratta di un potere costituzionale del Presidente, ha avvertito che il suo utilizzo dipende dal contesto e che alcune decisioni possono influenzare la percezione pubblica dell'indipendenza della magistratura.
Sei mesi dopo queste dichiarazioni, l'avvocato costituzionalista venne nominato con decreto dallo stesso Milei. Le persone a lui vicine hanno sottolineato che la sua dichiarazione davanti al Senato è stata fatta in risposta a uno scenario ipotetico e che "i contesti sono importanti".
Nella sua presentazione al Senato, García-Mansilla aveva espresso un punto di vista simile riferendosi all'ampliamento della Corte Suprema. Ha spiegato che, sebbene si tratti di un potere previsto dalla Costituzione, la sua attuazione può generare "scredito nella magistratura" se risponde agli interessi politici del momento.
Allo stesso modo, quando gli è stato chiesto se un giudice nominato su commissione potesse vedere compromessa la propria indipendenza, ha risposto che "è possibile" che questa situazione possa generare pressione quando si pronuncia su casi in cui è coinvolto il potere esecutivo.
La nomina di García-Mansilla per decreto solleva interrogativi sulla sua posizione e sull'interpretazione delle sue precedenti dichiarazioni. Allo stesso tempo, rilancia il dibattito sull'uso di meccanismi costituzionali eccezionali nella sfera giudiziaria e sul loro impatto sulla stabilità istituzionale.
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