Sheinbaum a Trump: raid e violenza non risolvono il problema delle migrazioni

La presidente Claudia Sheinbaum Pardo ha dichiarato lunedì 9 giugno 2025 che il fenomeno migratorio "non viene affrontato con violenza o arresti", in risposta alle incursioni dell'Immigration and Customs Enforcement (ICE) degli Stati Uniti a Los Angeles e in altre città, che hanno portato alla detenzione di almeno 35 messicani.
In un chiaro messaggio all'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, la presidente messicana Claudia Sheinbaum Pardo si è espressa lunedì 9 giugno 2025 contro i recenti raid anti-immigrazione effettuati dall'Immigration and Customs Enforcement (ICE) a Los Angeles, California, e in altre città statunitensi. Queste operazioni, iniziate venerdì scorso, fanno parte della politica anti-immigrazione dell'amministrazione Trump e hanno fatto scattare l'allarme su entrambi i lati del confine.
Durante un evento pubblico, Sheinbaum Pardo ha affermato con forza che "il fenomeno migratorio non può essere affrontato con la violenza o gli arresti". Ha espresso il suo disaccordo con l'approccio autoritario di Washington, sottolineando la necessità di una riforma completa dell'immigrazione che tenga conto della situazione di tutti i messicani negli Stati Uniti, anziché ricorrere a operazioni di detenzione di massa. "I messicani che vivono negli Stati Uniti sono uomini e donne perbene, uomini onesti che sono venuti negli Stati Uniti per cercare una vita migliore e contribuire alle loro famiglie. Non sono criminali!", ha sottolineato il presidente.
La risposta del presidente messicano giunge in un contesto di crescenti tensioni, esacerbate dall'entrata in vigore, questo lunedì, di un nuovo divieto di viaggio per i cittadini di 12 Paesi, per lo più africani e mediorientali, verso gli Stati Uniti, nonché di restrizioni per le persone provenienti da altre sette nazioni, tra cui Cuba e Venezuela.
La presidente Sheinbaum ha riferito che, ad oggi, 35 cittadini messicani sono stati arrestati a seguito di questi raid. Ha assicurato che il governo messicano sta già fornendo supporto ai messicani colpiti attraverso la sua rete consolare negli Stati Uniti.
Ha spiegato che sabato scorso il Ministro degli Esteri Juan Ramón de la Fuente ha stabilito un contatto con l'ambasciatore degli Stati Uniti in Messico, Ronald Johnson. Allo stesso tempo, l'ambasciatore messicano a Washington, Esteban Moctezuma, ha contattato le autorità statunitensi per garantire il rispetto dei diritti umani dei messicani detenuti e garantire che ricevano un'adeguata assistenza legale.
Questo sforzo diplomatico cerca di bilanciare la difesa dei cittadini messicani con l'esigenza di mantenere un rapporto funzionale con il governo degli Stati Uniti, un esercizio delicato data la posizione inflessibile dell'amministrazione Trump in materia di immigrazione.
Sheinbaum Pardo ha anche lanciato un forte appello a Washington affinché riconosca il valore del lavoro e del contributo dei migranti messicani all'economia e alla società americana. Ha ricordato che persino l'ex presidente Trump, durante la firma dell'accordo commerciale USMCA, aveva riconosciuto il ruolo dei lavoratori messicani. "Città come New York o Los Angeles non sarebbero quello che sono se non fosse per i messicani", ha affermato, sottolineando che gli Stati Uniti "sono quello che sono anche grazie al lavoro delle donne e degli uomini messicani che vivono dall'altra parte del confine".
Questa argomentazione, che fa appello all'interdipendenza economica, è uno strumento ricorrente della diplomazia messicana per contrastare le narrazioni anti-immigrazione e ricordare agli Stati Uniti i vantaggi reciproci della presenza messicana.
"Il fenomeno migratorio non si affronta con incursioni e violenze. Si affronta con una riforma globale che tenga conto di tutti i messicani dall'altra parte del confine." – Claudia Sheinbaum, Presidente del Messico.
La situazione si è complicata dopo che il presidente Trump ha ordinato l'invio di 2.000 soldati della Guardia Nazionale in California, stato governato dal democratico Gavin Newsom, definendo le proteste contro i raid un'"insurrezione". Difendere i messicani all'estero è un imperativo politico per qualsiasi presidente messicano, e la risposta pubblica e consolare di Sheinbaum è cruciale sia per la diaspora che per il pubblico nazionale.
La Verdad Yucatán